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CANTONE / ZURIGOCaso Txapartegi, respinto il ricorso contro l'estradizione

06.07.17 - 16:05
La militante basca, già condannata in Spagna per sostegno all'ETA, può ancora appellarsi al Tribunale federale
Guardia Civil
Caso Txapartegi, respinto il ricorso contro l'estradizione
La militante basca, già condannata in Spagna per sostegno all'ETA, può ancora appellarsi al Tribunale federale

BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha respinto il ricorso dell'attivista dell'ETA Nekane Txapartegi contro l'estradizione in Spagna decisa dall'Ufficio federale di giustizia (UFG). La militante basca può ancora appellarsi al Tribunale federale.

La donna è stata arrestata a Zurigo il 6 aprile 2016 e incarcerata. Condannata nel 2009 in Spagna a una pena detentiva di sei anni e nove mesi - poi ridotti a tre anni e sei mesi - per sostegno all'organizzazione clandestina ETA, l'imputata si era resa irreperibile prima di scontare la pena.

Nekane Txapartegi sostiene di aver vissuto in Svizzera sotto falso nome sin dal 2009. Nel corso della procedura di estradizione ha dichiarato di essere stata condannata sulla base di una confessione estorta sotto tortura. Ha anche affermato che le autorità spagnole non hanno indagato a fondo su questi episodi.

Nella sua decisione del 30 giugno, pubblicata oggi, il TPF ricorda che l'ETA è considerata un'organizzazione criminale dalla giurisprudenza svizzera. Ne consegue che gli atti di sostegno o di partecipazione non possono essere considerati reati politici.

Il TPF non è entrato nel merito delle considerazioni della donna sui cattivi trattamenti che pretende di aver subito in carcere in Spagna, "paese di tradizione democratica". "Non compete al giudice dell'estradizione ripetere il processo spagnolo o sostituirsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo", precisa il TPF.

Il 24 aprile scorso, il relatore dell'Onu sulla tortura - lo zurighese Nils Melzer - aveva chiesto alla Svizzera di non procedere all'estradizione dell'attivista. Secondo Melzer, in Spagna Nekane Txapartegi è stata detenuta in isolamento per cinque giorni, durante i quali avrebbe subito diverse torture. "Solo al termine di un brutale interrogatorio c'è stata la confessione", ha aggiunto.

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