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VAUDATA: «Verso un futuro ecologico senza energie fossili»

26.06.17 - 10:25
ATA: «Verso un futuro ecologico senza energie fossili»

LOSANNA - Riscaldamento climatico e carburanti, una pianificazione ecologica del territorio e dei trasporti, sicurezza stradale e nuove forme di mobilità digitali e interconnesse: questi sono gli accenti che l’Assemblea dei delegati dell’ATA Associazione traffico e ambiente ha posto per gli anni dal 2018 al 2020.

Riuniti, gli 80 delegati delle 23 Sezioni ATA e il Comitato centrale sono stati concordi nel ritenere che l’Associazione debba mantenere e rafforzare il suo profilo di associazione dei trasporti e ambientalista combattiva. Considerati il riscaldamento climatico, la ratifica degli accordi sul clima di Parigi, l’imminente dibattito sulla legge sul CO2 e l’applicazione della strategia energetica 2050, l’ATA si impegnerà ancora maggiormente per regolamentazioni chiare nel campo dei trasporti e per una mobilità senza energie fossili, alla quale si deve il 40 per cento delle emissioni di CO2 a effetto serra.

Un piano pluriennale - Il nuovo piano pluriennale dell’ATA è incentrato sul futuro ecologico della mobilità in Svizzera. Ne fanno parte forme d’abitazione e modi di vita che sono possibili con una cosciente rinuncia a una (propria) automobile. In futuro si dovrà puntare maggiormente sui trasporti pubblici, sulla bicicletta, sui tram e la mobilità pedonale nonché su un’intelligente conduzione del traffico grazie agli ausili digitali. Per essere sostenibilmente mobili anche in futuro sono anche necessarie condizioni quadro più favorevoli per le forme di mobilità ecosostenibili e, non da ultimo, cambiamenti delle abitudini che permettano una riduzione della mobilità generale.

Per frenare la crescita del traffico e impedire un ri-trasferimento sulla strada, l’ATA promette di opporsi al crescente divario fra i prezzi dei trasporti pubblici e il costo dell’uso dell’automobile, e di impegnarsi affinché i costi esterni del traffico siano tenuti in considerazione. Traffico aereo incluso, che in Svizzera causa il 16 per cento delle emissioni di CO2.

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