Cerca e trova immobili

SVIZZERANuovo modello di calcolo per il rischio valanghe

31.01.17 - 12:14
Lo hanno sviluppato i ricercatori del Politecnico federale di Losanna e dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe di Davos
Nuovo modello di calcolo per il rischio valanghe
Lo hanno sviluppato i ricercatori del Politecnico federale di Losanna e dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe di Davos

LOSANNA - Ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) e dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) di Davos (GR) hanno sviluppato un nuovo modello per stimare meglio il rischio di valanghe a placche.

Queste valanghe possono estendersi su diversi chilometri e sono «le più devastanti sia per le persone che per gli edifici nonché particolarmente difficili da prevedere», afferma in un comunicato odierno l'EPFL.

Esse si verificano quando uno strato più fragile, nascosto sotto una placca di neve compatta, cede. «Tale rottura iniziale si propaga poi sul manto di neve come un castello di carte, provocando la vera e propria valanga», spiega l'EPFL.

Il nuovo modello prende in considerazione la propagazione di crepe sul manto nevoso e gli effetti indotti degli stati di tensione della placca, come pure quelli provocati dalla rottura dello strato di neve fragile. Questo metodo, che sarà pubblicato nella rivista scientifica internazionale The Cryosphere, ha il vantaggio di conciliare i due modelli già esistenti che fino ad ora si contraddicevano. Uno è efficace su superfici pianeggianti, mentre l'altro su pendenze elevate (di oltre 30 gradi), si legge nella nota. «Sono dunque complementari», afferma il ricercatore dell'EPFL Johan Gaume, citato nella nota.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

SPM 7 anni fa su tio
risp. a miba: l'articolo cita sup. pianeggianti non piane dove ovviamente non possono innescarsi valanghe. Se lei pensa a quando una valanga si stacca in quota da un pendio molto ripido, man mano che scende la pendenza si addolcisce diminuendo progressivamente fino a raggiungere la condizione "pianeggiante" dove a un certo punto, rallentando sempre più, si fermerà accumulandosi gradualmente. Senza entrare nei dettagli tecnici e matematici, dalla mia esperienza nella programmazione idraulica-fluviale, dove l'acqua con trasporto solido è sempre un fluido come la neve anche con diverse caratteristiche, credo che a livello di modellazione numerica, tra le altre molteplici difficoltà, gestire la transizione di moto valanghivo in forte pendenza a successivo rallentamento nel fondovalle sia alquanto complesso e richiede molti sforzi e anni di calibrazioni e confronti per raggiungere un risultato soddisfacente e sopratutto affidabile. Comprendo che la gestione di questa transizione sia tanto complessa quanto importante; dunque se si migliora la modellazione numerica di questa transizione si migliora notevolmente l'affidabilità dei risultati del modello! Ottimo lavoro a chi ha creato questo nuovo modello!

miba 7 anni fa su tio
su "superfici pianeggianti" cadono valanghe?
NOTIZIE PIÙ LETTE