Lanciata una raccolta fondi per esporre dei contro-manifesti: «Gli appartenenti alla 3a generazione non sono stranieri»
ZURIGO - Solcati da una nera figura femminile coperta da un velo che si vuole simbolo di un’integrazione mancata, i cartelloni della campagna contro la Naturalizzazione agevolata degli stranieri di 3a generazione sono comparsi ieri in tutte le principali stazioni della Svizzera.
L’operazione - voluta dal consigliere nazionale argoviese Andreas Glarner (Udc) e sostenuta in Ticino dai vertici della sezione cantonale del partito - ha suscitato indignazione in ambito politico e sui social media: lo “spettro” della sottomissione femminile legata all’integralismo islamico c’entra poco con una modifica di legge che interesserà principalmente italiani ed europei.
Ora, il movimento politico Operazione Libero si scaglia contro questa campagna di affissioni lanciando una raccolta fondi per fare concorrenza ai manifesti di Glarner. Se verrà raccolto abbastanza denaro, Operazione Libero farà installare dei contro-cartelloni nelle principali stazioni che propongano ai pendolari i suoi argomenti: «Gli appartenenti alla terza generazione non sono degli stranieri, ma degli svizzeri», afferma il co-direttore della nuova campagna, Stefan Egli. «Il burqa dimostra che i contrari non hanno argomenti», aggiunge, sottolineando a sua volta come la maggior parte della terza generazione di giovani stranieri che approfitterebbero della naturalizzazione agevolata sia costituita da italiani.
Un primo obiettivo è stato fissato a 7’000 franchi per «affiggere manifesti per un giorno nelle principali stazioni svizzere». Nel momento in cui scriviamo la raccolta fondi ha superato i 1’500 franchi.