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SVIZZERA«Il rischio zero non esiste, nemmeno quando si guida»

17.10.16 - 07:02
La consigliera federale Doris Leuthard è convinta della sicurezza delle centrali nucleari. E teme un blackout in caso di abbandono anticipato dell’atomica
20 Minuten
«Il rischio zero non esiste, nemmeno quando si guida»
La consigliera federale Doris Leuthard è convinta della sicurezza delle centrali nucleari. E teme un blackout in caso di abbandono anticipato dell’atomica

BERNA - Il 27 novembre prossimo voteremo sull'Iniziativa per un abbandono pianificato dell'energia nucleare. Abbiamo chiesto alla consigliera federale Doris Leuthard perché la Svizzera non possa uscire dall'atomo nei tempi previsti dagli iniziativisti. 

Signora Leuthard, Beznau I è in attività da 46 anni ed è quindi la centrale nucleare più vecchia del mondo. Lei vive a soli 40 km di distanza. Si sente sicura?

Sì. I gestori sono obbligati a garantire standard di sicurezza elevati e controlli. L’asticella è molto alta. Il rischio zero, però, non esiste da nessuna parte. Questo vale anche per altri ambiti, come la circolazione stradale.

Secondo i contrari all’energia nucleare le analisi sulla sicurezza non prendono in considerazione le nuove minacce come gli attacchi terroristici.

Abbiamo vagliato ogni rischio, dal dirottamento di un aereo all’attacco terroristico. Ci sono diversi studi che dimostrano che le centrali svizzere sono ben protette. Non trovo giusto che gli iniziativisti mettano paura alla gente.

Dopo Fukushima lei era in prima fila nella promozione della svolta energetica. Ora è contraria a un’uscita vincolante dal nucleare. Come concilia le due cose?

Né la mia posizione né quella del Consiglio federale sono cambiate. Abbiamo deciso di abbandonare progressivamente il nucleare. Le centrali esistenti devono continuare a funzionare fino alla loro fine vita, ma non devono esserne costruite di nuove. Il nucleare è un modello energetico destinato a esaurirsi. Abbiamo però bisogno di tempo per sostituirlo con energia locale e pulita.

Perché non ci affrettiamo semplicemente a costruire più pannelli solari e pali eolici?

Con la Strategia energetica (2050, ndr) vogliamo incrementare le energie rinnovabili. Tuttavia avremo gli strumenti per farlo solo una volta che la legge sarà entrata in vigore e ciò avverrà al più presto nel 2018. L’iniziativa vuole però che già nel 2017 tre centrali siano scollegate dalla rete. In questo modo già l’anno prossimo ci sarebbe una carenza del 15% di energia rispetto al fabbisogno. Non è possibile produrre abbastanza corrente elettrica pulita e locale prima di allora. Per l’approvazione e la creazione degli impianti ci vogliono anni. L’iniziativa causerebbe improvvisamente più importazioni. Inoltre, c’è il rischio di un sovraccarico della rete elettrica e, di conseguenza, di blackout.

Faccia una previsione: quando verrebbe spenta l’ultima centrale nucleare se l’iniziativa non fosse accolta?

Più le centrali diventano vecchie, meno risulta conveniente per i gestori fare investimenti. Lo vediamo a Mühleberg, che sarà staccata dalla rete nel 2019 per ragioni economiche.

Esclude che in Svizzera possano essere costruite nuove centrali nucleari in futuro?

Con la Strategia energetica il Consiglio federale e il Parlamento hanno preso una decisione chiara: non è possibile costruire nuove centrali. In un eventuale referendum a riguardo sarà il Popolo ad avere l’ultima parola. Per me, il futuro appartiene alle rinnovabili.

 

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