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SVIZZERA«Anch'io sono un donatore di organi»

07.09.16 - 10:00
Parte una campagna per sensibilizzare la popolazione. Ne abbiamo parlato con il consigliere federale Alain Berset
«Anch'io sono un donatore di organi»
Parte una campagna per sensibilizzare la popolazione. Ne abbiamo parlato con il consigliere federale Alain Berset

BERNA - In Svizzera sono ancora oltre 100 i pazienti che ogni anno muoiono perché l'organo che potrebbe salvare loro la vita non è disponibile. E questo nonostante nel 2013 il Consiglio federale abbia lanciato il piano d'azione “Più organi per i trapianti”: la percentuale di donatori di organi è ancora troppo basse. Ora parte dunque una campagna di sensibilizzazione. Ne abbiamo parlato con il ministro della salute Alain Berset, ministro della salute.

Signor consigliere federale Berset, possiede una tessera di donatore di organi?
«La donazione è una decisione molto personale che ognuno deve prendere per se stesso. Dopo averci riflettuto bene ho deciso di diventare donatore».

Accetterebbe un organo di un’altra persona?
«Sì, se non ci sono alternative. Come tutti, spero naturalmente che questa eventualità non si verifichi mai».

Conosce personalmente qualcuno che è in attesa di un organo?
«No, sinora nessuno».

Ogni anno in Svizzera muoiono oltre 100 pazienti perché l’organo che potrebbe salvare loro la vita non è disponibile per tempo. E a quasi 1'500 persone serve urgentemente un trapianto. Tuttavia, in passato il Consiglio federale si è espresso contro la donazione automatica degli organi (modello del consenso presunto). Mantiene questa posizione?
«L’anno scorso il Parlamento ha discusso a fondo la revisione della legge sui trapianti ed espresso una posizione chiara: il modello del consenso presunto si scontra con considerazioni di natura etica poiché tocca i diritti della personalità. Questa opinione è condivisa anche dalla Commissione nazionale d’etica per la medicina umana».

In paesi come la Spagna, l’Austria e l’Italia il modello del consenso presunto funziona. Ai pazienti che non si sono mai esplicitamente dichiarati contrari, al momento del decesso vengono prelevati gli organi. La percentuale dei donatori è così il doppio rispetto alla Svizzera. Un sistema di questo genere non sarebbe più efficace del piano d’azione che il Consiglio federale ha lanciato nel 2013?
«Il rapporto tra percentuale di donatori e modello del consenso presunto non è così chiaro. Per esempio, quando la Spagna ha introdotto questo modello, il numero delle donazioni è rimasto basso durante i primi dieci anni ed è chiaramente aumentato soltanto dopo che è stato riorganizzato il sistema della donazione di organi. Il numero delle donazioni è influenzato da diversi fattori, tra cui in particolare le procedure negli ospedali. Ed è proprio su questo aspetto che insiste il piano d’azione “Più organi per i trapianti”».

Il bilancio del piano d’azione mostra che nel 2015 sono stati registrati 127 donatori. L’obiettivo di arrivare a 160 all’anno non è dunque stato raggiunto.
«No, non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo. Ci vuole tempo prima che le misure abbiano effetto, per esempio nella formazione degli specialisti negli ospedali. Questa formazione è iniziata un anno fa. Altrettanto importante è però anche conoscere la volontà del paziente deceduto. Su questo aspetto rende attenti la nuova campagna: ognuno dovrebbe riflettere sulla donazione di organi, prendere una decisione e renderla nota, compilando la tessera di donatore e informando i propri familiari».

Ai familiari di un donatore non si lascia così troppo poco tempo per congedarsi dal proprio caro?
«Ai familiari è lasciato tutto il tempo di cui hanno bisogno per congedarsi, anche nel caso di una donazione di organi. Separarsi da una persona amata è sempre molto doloroso».

La campagna - Con la campagna “Donazione di organi: parliamone”, l’Ufficio federale della sanità pubblica e la Fondazione Swisstransplant intendono sensibilizzare la popolazione svizzera sulla donazione di organi, inducendola ad affrontare il tema, a parlarne e a prendere una decisione a favore o contro la donazione. Con la campagna si vuole motivare la gente a comunicare ai congiunti la propria decisione, in modo da risparmiare loro quest’eventuale fardello. La campagna è parte del Piano d'azione “Più organi per i trapianti”, lanciato nel marzo 2013 dal Consiglio federale, e durerà quattro anni, da settembre 2016 ad aprile 2020. www.vivere-condividere.ch

 

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COMMENTI
 

tazmaniac 7 anni fa su tio
Ecco bravo, allora donali subito tutti, così otteniamo 2 piccioni con una fava... tu sparisci e nel contempo salviamo vite umane. Unico veto, proibito donare il cervello ad una persona che detiene una qualsiasi carica politica, altrimenti siamo daccapo....

shooter01 7 anni fa su tio
Risposta a tazmaniac
HaHAhAA è quello che ho pensato anche io :))))

tazmaniac 7 anni fa su tio
Risposta a shooter01
;o)

volabas 7 anni fa su tio
Risposta a tazmaniac
mi hai rubato le parole

clay 7 anni fa su tio
spero solo che non doni il suo cervello !!...poveretto quello che lo riceve
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