L'esecutivo risponde negativamente alla mozione della Commissione dell'economia e dei tributi
BERNA - Il Consiglio federale è contrario ad un'amnistia fiscale più incisiva di quella attualmente in vigore, ossia all'autodenuncia esente da pena in vigore dal 2010 e che finora ha permesso l'emersione di 24,7 miliardi di franchi (pari a quasi 22 mila autodenunce). È quanto indica il Consiglio federale nella sua risposta ad una mozione - che raccomanda di respingere - della Commissione dell'economia e dei tributi.
La mozione vorrebbe concedere ai cantoni la possibilità di realizzare un'amnistia unica riducendo l'imposta da ricuperare. L'imposta federale diretta (IFD) sarebbe esclusa da tale disposizione.
Per l'Esecutivo con una simile amnistia si rischiano ripercussioni negative sul morale fiscale delle persone che pagano regolarmente i tributi dovuti. Esiste infatti il rischio che anche queste persone comincino a sottrarre imposte e che, quindi, nel medio-lungo periodo, aumenti l'entità delle minori entrate.
Nella sua risposta, l'Esecutivo rammenta la possibilità di ricorrere all'autodenuncia esente da pena. Quest'ultimo strumento consente ai contribuenti di dichiarare, una volta nel corso della vita, i rispettivi redditi e sostanza fino a quel momento non dichiarati, senza incorrere in sanzioni. Permangono in ogni caso dovute le imposte per gli ultimi dieci anni fiscali.
È prevista inoltre la possibilità del ricupero semplificato dell'imposta ed esente da pena in caso di successione. In questo caso le imposte dovute dal defunto vengono riscosse posticipatamente solo per un periodo di tre anni.