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SVIZZERADeficit di 600 milioni nel preventivo 2017

29.06.16 - 14:37
Le decisioni del Parlamento federale e l'afflusso di migranti hanno avuto ripercussioni sui conti della Confederazione. In autunno il Consiglio federale presenterà un programma di stabilizzazione
Deficit di 600 milioni nel preventivo 2017
Le decisioni del Parlamento federale e l'afflusso di migranti hanno avuto ripercussioni sui conti della Confederazione. In autunno il Consiglio federale presenterà un programma di stabilizzazione

BERNA - Le decisioni del Parlamento federale e l'afflusso di migranti hanno avuto ripercussioni anche sui conti della Confederazione. Il preventivo 2017 presenta un disavanzo di circa 600 milioni mentre il piano finanziario 2018–2020 prevede deficit di 1,4–2 miliardi all'anno. In autunno il Consiglio federale presenterà un ulteriore programma di stabilizzazione per gli anni 2018–2020.

Nel 2017 si prevedono entrate pari a 68,8 miliardi e uscite per 69,4 miliardi, dovute essenzialmente all'afflusso massiccio di migranti che ha causato maggiori uscite per 852 milioni. Senza queste spese straordinarie, il preventivo sarebbe conforme alle direttive del freno all'indebitamento, precisa un comunicato.

Il deficit previsto, 600 milioni, supera di gran lunga i 350 previsti dal freno all'indebitamento. L'aumento delle uscite nel settore dell'asilo però deve essere considerato eccezionale, per questo il Consiglio federale ha proposto per la prima volta al Parlamento di iscrivere una parte delle maggiori uscite, 400 milioni, come fabbisogno finanziario straordinario. Nel bilancio ordinario risulterebbe quindi un'eccedenza strutturale di circa 100 milioni e in quello straordinario un deficit di 400 milioni.

Secondo il freno all'indebitamento in situazioni straordinarie il limite di spesa può essere aumentato con il consenso della maggioranza qualificata dei membri di ciascuna Camera. Il ministro delle finanze Ueli Maurer si è detto fiducioso: una crisi nel settore dell'asilo è stata espressamente prevista come situazione eccezionale che può portare a questo tipo di richiesta. In alternativa si potrebbe applicare un blocco lineare dei crediti che comporta tagli di circa 50 milioni dei settori Agricoltura, Difesa nazionale e Relazioni con l'estero, di 85 milioni nei Trasporti e di circa 110 milioni per Educazione e la ricerca che andrebbero a sommarsi alle misure del preventivo 2016 e al programma di stabilizzazione 2017-2019.

Nel preventivo 2017 le uscite aumentano del 3,3% (+2,2 miliardi) rispetto al preventivo 2016, nonostante il programma di stabilizzazione. La parte del leone la fa il settore Previdenza sociale (23,7 miliardi) seguita a distanza da Finanze e imposte (9,6 mia), Trasporti (9,2 mia), Educazione e ricerca (7,6 Mia) e Difesa nazionale (4,7 mia). Le entrate dovrebbe aumentare del 3,1%: gli introiti dell'imposta federale diretta risentono della forza del franco (9,4 mia) e l'imposta sul reddito (10,7 mia) della debole crescita economica.

A partire dal 2018 la situazione dovrebbe ulteriormente peggiorare. Non è solo il settore dell'asilo a pesare sui conti, anche le decisioni del Parlamento riguardo all'aumento del limite di spesa dell'esercito, alla riforma della previdenza per la vecchiaia 2020, al Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) e all'eventuale proroga dell'aliquota speciale IVA per il settore alberghiero comportano un peggioramento del risultato di oltre 1 miliardo già nel 2018. Dal 2019 a queste mancate entrate si aggiungeranno anche i costi generati dalla Riforma III dell'imposizione delle imprese. Globalmente quindi a partire dal 2018 i deficit strutturali si attesteranno fra 1,4 e 2 miliardi l'anno.

Per contenere i deficit il governo ritiene indispensabile attuare integralmente il programma di stabilizzazione 2017-2019 e prevedere un nuovo programma per il periodo 2018-2020, ha spiegato Maurer. La portata del nuovo pacchetto di misure sarà decisa in autunno e dipenderà dalle decisioni delle Camere federale di confermare le maggiori spese previste.

A più lungo termine, il Consiglio federale ha deciso di assumere nuovi compiti soltanto se sono improcrastinabili. Ha inoltre incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di presentare proposte per aumentare il margine di manovra a livello di conti pubblici e creare maggiore flessibilità nelle uscite fortemente vincolate.

L'Esecutivo intende inoltre esaminare le direttive del freno all'indebitamento, senza però mettere in discussione la riduzione del debito effettuata né la regola in materia di uscite sancita nella Costituzione. Il rapporto sarà pronto entro la fine dell'anno.

Critiche borghesi - Il dibattito sul preventivo 2017 nella prossima sessione invernale si preannuncia acceso. Lo mostrano le reazioni dei partiti alle cifre presentate oggi dal Consiglio federale. Le formazioni borghesi escludono un alleggerimento del freno all'indebitamento.

UDC e PLR criticano in particolare il trattamento dei costi d'asilo come un'eccezione. "Il governo ci indica la via per allinearci all'economia dell'indebitamento in stile Ue", si legge in un comunicato dei democentristi. Con questi "trucchetti" si indebolisce la resistenza della Svizzera alle crisi economiche e finanziarie.

"I costi della politica di asilo sono completamente fuori controllo". Visto che il Consiglio federale non adegua queste politiche, bisogna fare in modo che vengano incluse nei risparmi per il freno all'indebitamento, continua l'UDC. "Non è accettabile che si aggirino le regole catalogando le uscite come eccezioni", le fa eco il PLR. Simile la posizione di economiesuisse e Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam).

Più moderata la posizione del PPD, che concorda comunque sul fatto che le spese eccessive vanno discusse in parlamento. Secondo il PS è invece proprio la maggioranza borghese al Consiglio nazionale ad essere responsabile della "politica finanziaria poco seria e unilaterale". Più soddisfatta Travail.Suisse, che a medio termine spera in politiche finanziarie meno severe.


 

 

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COMMENTI
 

MIM 7 anni fa su tio
I nodi vengono al pettine: i soldi (che sono nostri) sono quelli che sono (e sono davvero tanti). Sta al CF come spenderli: per la Svizzera o per finanziare la politica UE di immigrazione. Credo che la scelta sia evidente a tutti.

madras 7 anni fa su tio
Ma stiamo scherzando tagliare sulla sicurezza nazionale su l'agricoltura, trasporti e istruzione per mantenere sti migranti economici. Loro in giro tutto il giorno a fare niente e bere a nostre spese e noi a lavorare per mantenerli. È ora di dire basta controlli già alle frontiere e chi ha diritto avanti gli altri fuori subito senza lasciarli entrare. Svizzeri svegliamoci che qui ci stanno inchiappettando per bene. GRAZIE P$$

Veritas 7 anni fa su tio
che vergogna, risparmi su tutto: economia, formazione, investimenti mentre ai rifugiati (migranti economici) si stende il tappeto rosso!
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