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SVIZZERAAlzheimer e demenze: «Ancora molto da fare in Svizzera»

10.06.16 - 12:44
Secondo alcuni studi si nota un rallentamento delle malattie, ma per l'Associazione Alzheimer Svizzera è troppo presto per abbassare la guardia
Alzheimer e demenze: «Ancora molto da fare in Svizzera»
Secondo alcuni studi si nota un rallentamento delle malattie, ma per l'Associazione Alzheimer Svizzera è troppo presto per abbassare la guardia

LOSANNA - Secondo alcuni studi, si nota un rallentamento nella progressione delle demenze. Per l'Associazione Alzheimer Svizzera, che oggi ha tenuto a Losanna la sua assemblea dei delegati, è però troppo presto per abbassare la guardia. In Svizzera c'è ancora molto da fare.

Per ora il numero dei casi continuerà a crescere a causa dell'evoluzione demografica, ha rilevato l'organizzazione in una conferenza stampa a Losanna. Non è chiaro quante persone siano affette da questa malattia in Svizzera, si stima che varino tra 119'000 e 137'000.

L'associazione deplora l'assenza di statistiche ufficiali, perché per una corretta pianificazione di provvedimenti di salute pubblica si dovrebbero avere cifre affidabili.

In base ad alcune stime, il problema è sottovalutato in circa la metà delle persone malate. Una diagnosi è problematica nelle case di riposo o per le persone che vivono da sole. Viene fatta in genere in caso di ricovero in ospedale per altre ragioni come un'infezione e una caduta. Per questo l'Associazione punta adesso sul miglioramento delle conoscenze da parte di personale e accompagnatori.

Una buona preparazione sulle varie forme di demenza permette non solo di fare una diagnosi, ma anche di attenuare i comportamenti aggressivi, come pure di migliorare l'organizzazione delle cure e dell'accompagnamento.

L'associazione ritiene che gli obiettivi della Strategia Nazionale sulla Demenza (2014-2017) non saranno raggiunti entro la fine del 2017. Giudica quindi importante che il programma sia prolungato e completato.

L'associazione ha costatato in particolare lacune nel campo del finanziamento o dell'accompagnamento. Se le cure sono a carico dell'assicurazione malattia, l'accompagnamento no. "Eppure è questa la cosa di cui queste persone hanno maggior bisogno", ha affermato Susanne Bandi, responsabile della comunicazione.

Restano poi in attesa importanti progetti di sostegno per chi si occupa di familiari. È stata anche sottolineata l'importanza delle misure di prevenzione, che però non fanno parte della Strategia Nazionale sulla Demenza.

"Tutto quello che fa bene al cuore è buono anche per prevenire l'Alzheimer", ha dichiarato Bandi. L'alimentazione, il movimento, i contatti sociali e gli stimoli cognitivi sono tutti fattori che proteggono contro la demenza, ha aggiunto.

Nel 2015, l'organizzazione ha aumentato le sue offerte d'informazione, consiglio e sostegno destinate a persone affette da demenza e ai loro familiari. La prima campagna nazionale di sensibilizzazione è stata lanciata in collaborazione con Pro Senectute.

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