Dopo gli attacchi di Parigi, le forze di sicurezza del World Economic Forum (WEF) si adattano alle minacce
DAVOS - La polizia conduce più "attività di controllo e di intelligence" da novembre. Lo spiega il comandante della polizia cantonale dei Grigioni Walter Schlegel, dalle colonne della NZZ am Sonntag.
La situazione esige nuove misure. Dopo gli attentati di New York, nel 2001, il dispositivo di sicurezza del WEF prevede la possibilità di atti terroristici, dice il comandante. Ma gli attacchi di Parigi sono una nuova forma di minaccia: per la prima volta in Europa, sono scesi in campo kamikaze con cinture esplosive. "Abbiamo risposto allo scenario di attacchi suicidi".
Grazie a cani addestrati, ad esempio, la polizia controlla se sulle auto vengono trasportate sostanze esplosive. Questi controlli saranno intensificati nel corso delle giornate del WEF, dal 20 al 23 gennaio. Le vie di accesso a Davos saranno particolarmente monitorate.
Aumento del rischio generale - Non vi sono comunque indicazioni concrete di attacchi, sottolinea il comandante della polizia grigionese. Il rischio terrorismo è aumentata in generale. La centrale di coordinamento della sicurezza analizza la situazione di continuo. Questa struttura include l'Ufficio federale di polizia, il Servizio di intelligence della Confederazione, il Corpo delle guardie di frontiera e alcune polizie cantonali e comunali.
"Il gioco di squadra delle forze di polizia in tutta la Svizzera è impressionante", aggiunge Walter Schlegel, che non ha specificato il numero delle forze coinvolte. Per quanto riguarda i militari, il Parlamento federale ha limitato a 5.000 il numero di soldati che possono essere assunti per un servizio di supporto dal 15 al 25 gennaio.