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SVIZZERAFarmaci comprati all'estero, casse malattia e Interpharma ai ferri corti

07.01.16 - 17:06
L'Associazione delle imprese farmaceutiche svizzere che praticano ricerca contro i rimborsi: è una "violazione della legge"
Foto Ti-Press
Farmaci comprati all'estero, casse malattia e Interpharma ai ferri corti
L'Associazione delle imprese farmaceutiche svizzere che praticano ricerca contro i rimborsi: è una "violazione della legge"

BERNA - I prezzi più bassi invogliano i consumatori-pazienti svizzeri ad acquistare medicinali all'estero. Chi opta per questa opzione e intende farsi rimborsare i costi farebbe comunque bene a procedere con prudenza: secondo la legge, le casse malattia, nell'ambito dell'assicurazione di base, in questi casi non possono risarcire. La pratica è comunque assai diffusa e suscita il profondo disappunto di Interpharma.

"Alcune casse danno prova di condiscendenza e rimborsano anche medicinali comprati all'estero", dice all'ats Andreas Schiesser, responsabile del settore farmaci presso l'associazione di assicuratori malattia santésuisse. Questo modo di procedere è finanziariamente vantaggioso sia per l'assicurato che per le casse, sottolinea.

Quel che gli assicuratori chiamano "condiscendenza", per l'Associazione delle imprese farmaceutiche svizzere che praticano ricerca (Interpharma) è una violazione della legge, ribatte la portavoce Sara Käch.

Secondo la Legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal), in cui vige il principio di territorialità, le casse possono pagare medicinali acquistati all'estero solo quando un assicurato necessita farmaci in seguito a una malattia curata fuori dai confini nazionali.

Il fatto che alcune casse violino questa regola è noto all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). "L'UFSP è a conoscenza di alcuni casi ed è sempre intervenuto", riferisce all'ats. L'Ufficio spiega di aver reso attente le casse nell'ambito dei normali incontri tra amministrazione e assicuratori relativi all'evoluzione del diritto. In alcuni casi sono pure state pubblicate direttive. In nessun caso, afferma lo stesso UFSP, è stata inflitta una multa.

Gli interventi dell'Ufficio comunque hanno prodotto pochi effetti. Stando a Schiesser, santésuisse non è a conoscenza neppure di una sola direttiva. Consiglia agli assicurati di contattare il loro assicuratore qualora intendano comprare farmaci all'estero. Molte casse sono senz'altro condiscendenti, ma non comunicano in modo attivo sulla loro disponibilità a rimborsare questi medicinali. "Molti assicuratori si sono fatti prudenti perché temono che l'UFSP prenda provvedimenti", ritiene Schiesser.

Alla direttrice di santésuisse Verena Nold piacerebbe che le casse fossero più trasparenti. In un'intervista pubblicata in dicembre dal Blick, ha lanciato un vero e proprio appello in favore dell'acquisto di medicinali al di fuori della Svizzera. "Lo consigliamo: non esitate a comprare prodotti generici all'estero! Molte casse rimborsano", aveva affermato.

A Thomas Cueni, direttore di Interpharma, l'appello non era piaciuto affatto. "È molto discutibile che un'associazione di assicuratori inviti a violare il diritto", aggiunge oggi Käch. La questione centrale dovrebbe essere la sicurezza dei farmaci e, conseguentemente, quella dei pazienti.

Santésuisse replica interrogandosi sulla fondatezza del principio di territorialità. In definitiva medicinali più vantaggiosi dall'estero permettono di attenuare la crescita dei premi in patria, sottolinea Schiesser. Santésuisse spera che grazie al confronto dei prezzi praticati in Svizzera e all'estero "si giungerà a un certo cambiamento nel quadro giuridico".

L'ultimo raffronto dei prezzi pubblicato da Interpharma e santésuisse ha rivelato che nella Confederazione i generici costano circa il doppio rispetto a prodotti analoghi venduti in Paesi con caratteristiche simili alla Svizzera. Per gli originali, la differenza di prezzo è dell'ordine del 10%.

Interpharma mette in guardia da un indebolimento del principio di territorialità. "Sarebbe un primo passo; in seguito ci sarebbero le prime velleità di assicurarsi all'estero", dice Käch. La forte regolamentazione che caratterizza il settore della sanità, e non solo i medicinali, "è una buona cosa: in definitiva ne va della qualità". I pazienti hanno diritto a farmaci sicuri nonché a un rapido accesso alle innovazioni.

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COMMENTI
 

madras 8 anni fa su tio
Perchè per far piacere alle casse malati che anche quest'anno i premi sono saliti, devo comprare medicinali all'estero e così loro risparmiano e io no invece !!!!

Lore62 8 anni fa su tio
Risposta a madras
Perchè il libero mercato dello sfruttamento non è stato studiato per far guadagnare i Cittadini... ;-)

nordico 8 anni fa su tio
Il fatto che fra le dispozioni della LAMAL vi sia la proibizione di comperare i medicinali all'estero, la dice lunga sulla forza dei lobbisti di Big Pharma quando, sotto l'egida della nostra poco amata Ruth Dreifuss, è stato messo a punto il nuovo sistema sanitario diventato in poco tempo esosamente caro. Ma neppure i successori della Dreifuss nel dipartimento degli interni sono riusciti a correggere il tiro, prova questa che invece di effettuare piccoli adattamenti bisognerebbe rifare la legge partendo da zero e ciò senza l'intervento dei lobbisti di Big Pharma, della classe medico-farmaceutica e delle compagnie di assicurazione. Infatti si tratta di pura utopia.

Mac67 8 anni fa su tio
Risposta a nordico
quoto 100% !

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a nordico
È anche però la conferma che un Consigliere Federale può fare delle proposte valide; ma fino a quando nelle due "camere" e in certe "commissioni" siedono certi personaggi sarà sempre aria fritta ;D
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