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ARGOVIAMinorenni non accompagnati: arrivano soli già a sei anni

09.11.15 - 06:12
Sempre più migranti minorenni arrivano in Svizzera soli, a volte sono veramente piccoli
Minorenni non accompagnati: arrivano soli già a sei anni
Sempre più migranti minorenni arrivano in Svizzera soli, a volte sono veramente piccoli

AARAU - Arrivano da lontano senza genitori, li hanno persi in guerra o durante la fuga: il loro numero aumenta costantemente in tutto il paese. Rispetto allo scorso anno è doppio e addirittura quadruplo in confronto al 2013. La maggior parte di loro ha tra i 13 e i 17 anni, ma ne arrivano anche di molto più piccoli. In Argovia negli ultimi mesi è arrivato un bambino di 7 anni. L’Ufficio della migrazione del Canton San Gallo, invece, ha dovuto recentemente occuparsi di un bambino di 6 anni arrivato con il suo fratello di 13.

I più piccoli in famiglia - I bambini così piccoli, in genere, vengono ospitati presso una famiglia affidataria. Quelli più grandi, invece, trovano posto nei centri d’asilo regolari con i rifugiati più grandi. Il loro numero in costante aumento, però, sta diventando difficoltoso da gestire per i cantoni. Un esempio è Berna, dove già sono accolti nei centri degli scout perché non ci sono più altri posti.

Particolarmente fragili - Seraina Nufer, di Aiuto svizzero ai rifugiati, sottolinea: «Questi bambini sono particolarmente vulnerabili a causa della separazione dai genitori e dell’esperienza stressante della fuga». Si chiedono quindi regole per uniformare la cura e la sistemazione di questi piccoli a livello nazionale. La Conferenza dei direttori di socialità e sanità ha già riconosciuto il problema, a fine mese sottoporrà infatti ai cantoni delle raccomandazioni.

Perché soli? - Il come e il perché questi bambini arrivino in Europa soli varia da caso a caso. «La nostra esperienza dimostra che spesso le famiglie nei paesi in via di sviluppo cercano di mandare un bambino in Europa così che almeno un membro della famiglia abbia un futuro migliore», racconta Léa Wertheimer della Segreteria di Stato per la migrazione. Spesso, infatti, le famiglie riescono a trovare il denaro per finanziare il viaggio di una sola persona. Capita che li vogliano affidare a un conoscente o a un lontano parente già in Europa. Secondo l’Osservatorio per l’asilo e il diritto degli stranieri: «Alcuni partono soli sulle carrette del mare, altri iniziano il viaggio con la famiglia, ma si perdono durante il viaggio». Si conoscono anche casi in cui fratelli partiti assieme sono stati divisi per strada.

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