Il campione del mondo ha molti dubbi sulla scelta di programmare una gara ad Hanoi: «In passato abbiamo fatto GP in posti molto poveri e mi sono sentito in conflitto»
HANOI (Vietnam) - No al Vietnam, ma non c'entra la guerra. Lewis Hamiton, parlando alla "BBC", non si dice molto d'accordo con l'apertura della F1 a tanti paesi e - di conseguenza - l'inserimento in calendario del GP di Hanoi:
«Non so quanto sia importante andare in nuovi paesi in quanto tali. Se avessi il GP di Silverstone e uno a Londra, sarebbe davvero bello. Abbiamo un sacco di storia delle corse in Inghilterra, Germania, Italia e ora anche negli Stati Uniti, ma in questi posti hai un solo evento all'anno: se dipendesse da me, cercherei di fare più eventi in paesi storici. Sono già stato in Vietnam ed è bellissimo, sono stato in India ed è stato strano perché è un posto molto povero e abbiamo fatto questo GP nel mezzo del nulla: mi sono sentito molto in conflitto. Abbiamo anche avuto un GP in Turchia e quasi nessuno è arrivato: pista fantastica, ma pubblico scarso. Se hai il GP di Germania e ne hai uno a Berlino, penso che il collegamento con le città dove ci sono molte persone sia probabilmente una buona cosa, ma non lo sia necessariamente andare in paesi dove non sanno così tanto sulla Formula 1».