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RUSSIA 2018 - CORREVA L'ANNOPalloni in acqua e débâcle: la traversata oceanica dell'Italia

25.06.18 - 16:26
25 giugno 1950: gli Azzurri, dopo un viaggio lungo e faticoso, affrontarono la Svezia nel loro primo impegno ai Mondiali in Brasile
Palloni in acqua e débâcle: la traversata oceanica dell'Italia
25 giugno 1950: gli Azzurri, dopo un viaggio lungo e faticoso, affrontarono la Svezia nel loro primo impegno ai Mondiali in Brasile
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MOSCA (Russia) - È il 25 giugno 1950 e a San Paolo, in Brasile, l’Italia si appresta a scendere in campo contro la Svezia nel match d’esordio della squadra azzurra a questa rassegna mondiale, la prima dopo la pausa forzata di 12 anni a causa della guerra. La partita sarà una débâcle per il team italiano, sconfitto da avversari non irresistibili ed estromesso di fatto dalla qualificazione. Qualche settimana prima, gli ancora ufficialmente campioni in carica, scossi dalla tragedia di Superga di un anno prima che aveva decimato la rosa a disposizione del tecnico Ferruccio Novo, decisero di non prendere l’aereo per recarsi in Sud America.

L’idea di attraversare l’Oceano Atlantico su una imbarcazione, scelta emozionale e avventata promossa da gran parte della stampa e dei calciatori, non si rivelò delle migliori, con le tre settimane di navigazione che fiaccarono spirito e corpo degli atleti azzurri fino a portarli alla sorprendente e repentina eliminazione.

Imbarcatisi il 4 giugno sulla Sises in partenza da Napoli, gli Azzurri avrebbero dovuto allenarsi sul ponte più alto della nave – proibito agli altri passeggeri –, ma dopo poche ore di viaggio i palloni erano già terminati, finiti in acqua durante le sessioni di training. Senza più palloni, l’unico vero allenamento tecnico della squadra fu quindi l’amichevole di Las Palmas giocata quattro giorni più tardi alle Canarie: prima di ripartire venne ricaricata la scorta di palloni, ma anche questi finirono ancora rapidamente in acqua. Gli atleti furono quindi costretti a modificare i propri allenamenti, alternando due sedute fisiche al giorno a una di tattica, a tanta noia e a qualche partita a carte.

Perché l’imbarcazione dell’Italnavi era sì equipaggiata per trasportare civili, ma anche merci e carichi, con il contingente italiano quindi costretto a intere giornate senza svaghi o passatempi, nonché a sistemazioni piuttosto scomode e precarie. Arrivati a Santos cinque giorni prima dell’esordio, la campagna brasiliana dell’Italia durò soltanto 13 giorni, eliminata dal pareggio tra Svezia e Paraguay. Poi il rientro in patria. In aereo.

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