Il 58enne è ora attivo nella "Serie B" russa: «Faccio parte dello staff tecnico della Dinamo San Pietroburgo. E sugli acquisti di Zwerger e Müller...»
SAN PIETROBURGO (Russia) - Della Russia Ivano Zanatta conosce praticamente tutto. Dal 2008 ad oggi - tolti i due anni ad Ambrì - il 58enne ha fatto della KHL il suo habitat naturale, ricoprendo diversi ruoli nello SKA San Pietroburgo, nel LEV Praga e nel Sochi.
Proprio dalla Russia - e più precisamente dalla Dinamo San Pietroburgo (formazione di "Serie B") - l'italo-canadese ha deciso di ripartire... «Esattamente, ora faccio parte dello staff tecnico della Dinamo San Pietroburgo, squadra fondata soltanto quattro anni fa e che milita nella lega cadetta russa (VHL). Inoltre ho il compito di sviluppare tutta la parte tecnica, nello specifico sto portando avanti una scuola dove i giocatori possono migliorare nei tiri e nei passaggi».
Un club ambizioso, vero?
«L'anno scorso era arrivato il titolo, ma il club aveva rinunciato a salire per mancanza di mezzi finanziari. Attorno a noi si è creato tantissimo entusiasmo, abbiamo in media 6'000 spettatori a incontro. Il presidente del club lo conosco molto bene, era l'allenatore dei portieri quando ero head coach dello SKA San Pietroburgo nel 2010-11. Comunque sì, stiamo mettendo le fondamenta per il salto in KHL».
Dalla Russia l'anno prossimo potrebbe giungere in Svizzera il portiere Lars Johansson. Lo conosci?
«È un ottimo portiere, ma bisogna riconoscere che è sorretto dalla miglior squadra della KHL. Questo rende il suo compito più semplice. Quest'anno, infatti, mi riesce difficile pensare che il CSKA Mosca non possa vincere il campionato. Ciò non toglie che è un ottimo portiere».
Ti ha stupito che Arno Del Curto abbia deciso di lasciare Davos? Pensi che il suo sia stato un addio o un arrivederci?
«Non mi ha stupito più di tanto. Sono sicuro che voglia continuare ad allenare e senza dubbio opterà per un club con ampie possibilità finanziarie che possa accontentare le sue richieste. Sono altresì convinto che se dovesse scegliere tra Zurigo e Lugano Arno opterebbe per la prima. Per la sua mentalità e per la sua cultura lo vedo più nella parte tedesca della Svizzera...».
Ti stupisce vedere il Lugano arrancare in questo modo?
«Un po' sì, ma sono convinto che basterebbero 2-3 vittorie di seguito per uscire da una situazione simile».
Müller e Zwerger - due giocatori arrivati ad Ambrì anche grazie a te - stanno volando...
«Avevo semplicemente svolto il mio lavoro in Leventina, dando il massimo. Mi ricordo che Zwerger giocava in WHL e l'avevamo seguito tantissimo, gli stavamo incollati. Il suo agente è un mio amico di famiglia. Per Müller, invece, avevamo avuto una bellissima e proficua chiacchierata con Hnat Domenichelli (il suo agente, ndr). Tutto ciò aveva fatto sì che questi due giocatori prendessero la decisione di firmare. Purtroppo c'è qualcuno che si è dimenticato molto in fretta di quello che di buono ho fatto ad Ambrì... Anche i vari Jelovac, Kostner, Ngoy e Goi sono giocatori sui quali ho sempre creduto. Ad ogni modo, vedere che la squadra adesso sta girando bene, mi fa molto piacere».
Il sogno di tornare a Lugano è sempre vivo dentro di te?
«Sto bene in Russia, ma un giorno mi piacerebbe tantissimo tornare. La piazza luganese è sempre molto attrattiva per me, tornerei domani mattina alla Resega. Lì ho vinto e lì è il mio cuore. Ma accetterei una proposta anche da un altro club elvetico, amo le sfide. So quello che bisogna fare per vincere, molto spesso sono i dettagli che fanno la differenza».