Pur migliori rispetto alle settimane passate, i bianconeri stentano a decollare. E se i loro problemi non fossero solo passeggeri?
LUGANO – Cinque punti in tre match possono essere considerati come un buon bottino? A livello strettamente aritmetico il Lugano non può certo dirsi insoddisfatto di quanto raccolto tra Valascia (il derby è sempre il derby), Ginevra in casa e Ilfishalle. In fondo due ulteriori punti sono svaniti solo ai rigori: con qualche episodio diverso per i bianconeri si potrebbe parlare di settimana estremamente positiva. O no?
In questo caso il bicchiere non è mezzo pieno.
È vero che i sottocenerini si sono inchinati due volte solo oltre l'overtime. È altrettanto vero che, però, in entrambi i casi – tra atteggiamento e imprecisioni – non sono piaciuti. Ad Ambrì sono spesso stati in balia di un rivale più motivato e convinto. Hanno avuto la possibilità di vincere, certo; è tuttavia soprattutto grazie agli interventi di Merzlikins se non sono capitolati velocemente. A Langnau la prestazione è sicuramente stata migliore. Il gioco è stato (più) convincente e fluido. Farsi riprendere dopo essere andati sul doppio vantaggio ha tuttavia fatto storcere più di un naso: il sapore dell'occasione sprecata è parecchio amaro.
A tutto questo si deve aggiungere il powerplay. Quando ha funzionato – vedi Ginevra – il Lugano ha sempre raccolto tanto. Il problema è che raramente, da settembre in avanti, giostrare con l'uomo in più ha fatto felici i bianconeri. Ora si tratta solo di capire se i guai nelle situazioni speciali sono casuali e creati da un insieme di mille variabili o se, invece, sono “radicati”. Nel primo caso si deve avere solo pazienza. Nel secondo ci si deve preoccupare: una squadra che non segna quando deve è destinata a vivere una stagione mediocre.