Questa sera all'Hallenstadion si giocherà gara-6 della finale. Il compito del Lugano è quello di allungare la stagione di un altro match.
ZURIGO - «Chiudiamola qui», avrà detto più volte ai suoi Hans Kossmann negli ultimi giorni. «Guadagniamo la possibilità di giocare ancora», avrà risposto - in una chiacchierata immaginaria - Greg Ireland. Il succo dell'incontro di questa sera è tutto qui. Chiudere i conti o mantenere viva la fiammella della speranza. Qualsiasi sia il punto di vista, che si guardi dal mondo dei Lions o da quello dei bianconeri, c'è un solo modo per centrare il proprio obiettivo: vincere.
Merzlikins e soci non hanno scelta. Pure Geering e soci sono però con le spalle al muro. Avanti 3-1 dopo gara-4 e ora 3-2, una nuova sconfitta suonerebbe per loro come una condanna. In che modo, accadesse, potrebbero pensare di presentarsi tra due giorni alla Resega e ribaltare nuovamente la situazione? Certo nello sport l'imponderabile sta sempre dietro l'angolo; in casa Zurigo sanno in ogni caso quanto sarebbe difficile imporsi se questo match point non venisse sfruttato.
Tattica, qualche escamotage? Come si vince un confronto come quello di stasera. Sicuramente Ireland e Kossmann, fin qui quasi perfetti in questi playoff, hanno indicato la via ai loro giocatori. Come difendere, come levare spazio e respiro alla manovra rivale, quando e come ripartire... non hanno lasciato nulla al caso. E poi ancora i due coach hanno di sicuro prestato attenzione al powerplay e a un boxplay da non consumare solo con atteggiamento passivo. Tutte le parole e i disegni sulle lavagnette, una volta che il confronto comincerà, lasceranno però spazio alla voglia, alla fame e al caso. Già perché poi, in una serie tanto tirata, con due squadre tanto vicine tra loro, alla fine saranno gli episodi a fare la differenza. Un errore sotto porta, un palo, un disco perso... tra gloria e sconforto la differenza potrebbero farla pochi millimetri.