Il campionato di hockey in TV? Per almeno una stagione lo vedrete solo se siete clienti Cablecom. Quando l'utente sembra essere l'ultima ruota del carro
BERNA - La questione è semplice: UPC ha fatto un'offerta vincente, migliore di quella dei rivali, e così – per le prossime cinque stagioni - è diventato il principale detentore dei diritti di trasmissione delle partite dell'hockey svizzero.
Il diretto piazzato da Cablecom non ha però fatto barcollare solo Swisscom, ovvero il suo grande rivale per quanto riguarda servizi internet e TV, ma anche migliaia di consumatori i quali, per continuare a seguire le partite di Lugano e Ambrì (e delle altre), dovranno cambiare "gestore". Diversamente da quanto fatto da Swisscom in passato, UPC non cederà infatti neppure parzialmente i suoi diritti ai rivali (pure la SSR, rimasta partner della SIHF per i diritti di trasmissione dei playoff, è rimasta a mani vuote).
Discorso chiuso? Non proprio: nel tentativo di non perdere una tonnellata di contratti, l'azienda controllata al 51% dalla Confederazione ha denunciato UPC alla Commissione della concorrenza (COMCO). Questo perché convinta di aver agito con correttezza nel passato e perché certa – in nome della pluralità dell'informazione - di avere il diritto, pagando ovviamente, di ottenere almeno parte del pacchetto. Dall'altra parte della barricata Cablecom non ha invece intenzione di trattare con l'avversario: «Swisscom deteneva un monopolio su tutti gli eventi sportivi in Svizzera e se ne serviva in maniera discriminatoria – ci hanno confermato - Noi al contrario disponiamo unicamente di alcuni diritti singoli e trattiamo allo stesso modo tutti i nostri 15 partner per la distribuzione».
L'azione di Swisscom non ha però sortito effetti. La COMCO (che, guarda un po', per lo stesso motivo, ovvero l'abuso di posizione dominante, l'anno scorso ha presentato a Swisscom una multa di quasi 72 milioni di franchi) pur avanzando dubbi non ha infatti richiesto alcuna misura cautelare. Attenzione, non ha detto chi ha ragione tra i due contendenti, ma semplicemente che fino a una decisione definitiva UPC potrà decidere di muoversi come gli pare. La palla è quindi passata al Tribunale federale, che con la sua sentenza lascerà il segno sui conti delle due aziende e sui portafogli degli utenti.
Che i diritti TV abbiano cambiato padrone lo si sa dalla scorsa primavera. La decisione della Commissione è arrivata a luglio. Allora perché, con il campionato ormai prossimo, molti utenti ancora non sanno se tenere il loro vecchio abbonamento o se, per seguire l'hockey, cambiarlo in favore del “cavo”? Quando si esprimerà il Tribunale federale?
Parecchi si sono lamentati nei confronti di Swisscom, accusandola di aver temporeggiato nella comunicazione, così da continuare a incassare la quote mensili di abbonamento. L'azienda controllata dalla Confederazione avrebbe potuto, mesi fa, alzare le mani e arrendersi a perdere migliaia di clienti. Avrebbe potuto ma non sarebbe stato sensato: convinta di essere nel giusto ha infatti deciso di non muoversi fino a che il punto sull'intera vicenda non sarà stato messo.
Il caos, d'altronde, la favorisce e per certi versi sfavorisce UPC, che però si è affrettato a dichiararsi molto soddisfatto dei tanti, nuovi, contratti firmati. Il caos, però, è soprattutto una zavorra per molti utenti: quelli che ancora non sanno da quale fornitore servirsi e quelli che vivono in zone non raggiunte dalla fibra ottica. E che fanno male a sperare in una rapida sentenza in favore di Swisscom. Contattata, la COMCO ha infatti ammesso che “la procedura ha carattere quasi penale e deve rispettare le disposizioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali” e poi ancora “Nel caso di specie non è probabile che la procedura durerà meno di 12 mesi. Di regola per la durata delle indagini in materia di cartelli il valore indicativo è di 18 a 24 mesi”.
Insomma... non si saprà molto – ad andar bene – prima della nuova stagione. Fino ad allora chi vorrà seguire l'hockey dovrà abbracciare Cablecom (le offerte più economiche sono un abbonamento da 79.- e un pacchetto sport mensile da 25.- o giornaliero da 9.-). E i cittadini che non hanno un'utenza raggiunta dal “cavo”? Loro non possono che criticare il sistema (c'è una pagina facebook ad hoc “nohockeyviacavo”) e prepararsi ad andare alla Resega o alla Valascia. A seconda della fede...