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HCL«Ireland? Breve ma ottima collaborazione. In novembre aveva mandato il curriculum a Bienne»

16.01.17 - 22:21
Mike McNamara, head coach dei Seelanders, condivise la panchina del Lugano con Greg Ireland nei playout 2010/11: «Ritrova alcuni elementi che già conosce e potranno aiutarlo»
«Ireland? Breve ma ottima collaborazione. In novembre aveva mandato il curriculum a Bienne»
Mike McNamara, head coach dei Seelanders, condivise la panchina del Lugano con Greg Ireland nei playout 2010/11: «Ritrova alcuni elementi che già conosce e potranno aiutarlo»
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LUGANO - Via uno, qua un altro: silurato Doug Shedden - capace la scorsa stagione di riportare il Lugano in finale dopo 10 lunghi anni -, la società bianconera cambia (ancora) rotta, azzera tutto e prova a ripartire affidandosi a Greg Ireland. Il 51enne di Orangeville nell'Ontario eredita una compagine fragile - troppo, nonostante le attenuanti legate agli infortuni - e avrà il compito "minimo" di portare i sottocenerini ai giochi con vista sul titolo e poi chissà...

Una vita passata oltreoceano tra AHL, OHL e altre leghe nordamericane, una breve parentesi proprio a Lugano nella post-season 2010/11 e quella (poco fortunata) dello scorso anno a Mannheim, terminata con l'esonero a febbraio. Ireland in Europa ha poca esperienza: con i bianconeri in piena bagarre playoff dovrà però adattarsi in fretta. Chi nel 2010/11 affiancò proprio Greg Ireland nella sua esperienza ticinese - durata lo spazio di 4 vittorie filate nella serie di playout contro il Rapperswil - è Mike McNamara, attuale head coach del Bienne che, all'epoca, aveva guidato il Lugano da metà regular season sostituendo Philippe Bozon.

«Nella nostra breve esperienza insieme, durata 10-12 giorni, c'era stata un'ottima collaborazione - spiega Mike McNamara - In quell'occasione a Lugano non aveva cambiato niente, avevamo mantenuto il sistema di gioco, il box-play e il powerplay. Certo, Greg era l'head coach e aveva portato i suoi esercizi, ma a quel punto era impossibile cambiare tutto, anche perché stavamo andando bene e avevamo chiuso la regular season con 8 vittorie in 12 incontri. Avevamo discusso e deciso di lasciare la squadra più o meno "intatta": aveva visto le ultime partite e capito che la squadra giocava un buon hockey».

Ora, invece, dovrà cambiare parecchio... «Non so come vorrà giocare, ma in nordamerica ha sempre lavorato bene a livello giovanile così come in AHL».

Il tempo a sua disposizione non è moltissimo. «In squadra però trova gente come Hirschi, Sannitz, Vauclair e altri elementi d'esperienza che già c'erano e conosce. Potranno aiutarlo e dargli informazioni valide anche sulle altre squadre. Forse, l'aspetto più difficile per Ireland è che non conosce gli avversari, ma può lavorare molto sul video e studiarli. Un coach d'esperienza non deve guardare 10 ore di immagini, capisce in fretta».

Lavoro intenso ed immediato per dare la sua impronta in vista della post-season, sperando che questo venga assimilato. «I giocatori sono professionisti, in carriera hanno visto un po' tutto: si può anche cambiare sistema di gioco, come ho fatto io a Bienne più di una volta, ma l'hockey non "diventa" un nuovo sport».

Chiacchierando con l'head coach dei Seelanders "spunta" anche una curiosità: lo scorso autunno, tra i tanti interessati alla panchina del Bienne c'era anche Greg Ireland. «In novembre, dopo l'esonero di Kevin Schläpfer, mi ha scritto per capire la situazione, ci siamo inviati 3-4 messaggi. Come molti altri allenatori ha poi mandato il suo curriculum al ds Martin Steinegger, il quale ha ricevuto più di 30 dossier di candidatura. Per un coach è normale stare attento e valutare ogni possibilità, ad Ireland piace l'Europa ma non aveva ancora avuto molte possibilità di lavorarci. Oggi, appresa la notizia, gli scritto per congratularmi, ci sentiremo ancora quando arriverà in Svizzera».

Chiuso il "capitolo" Ireland una battuta sul Bienne, attualmente quinto a quota 56 punti, +10 sul Kloten (nono). «Di recente abbiamo buttato qualche punto, ma siamo in corsa. Ogni partita è tosta, abbiamo visto che quest'anno non ci sono squadre deboli. Ora puntiamo ai playoff, non siamo ancora sicuri di arrivarci ma per "essere dentro" ci dovrebbero bastare 4 vittorie in questo rush finale che sarà davvero impegnativo».

Volata finale senza l'infortunato Thomas Wellinger (futuro bianconero)? «Thomas non ha fratture, ma la risonanza magnetica darà maggiori informazioni sulla natura del ferimento. Dovrebbe stare ai box per 2-3 settimane».

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