A nove punti dalla linea - e con due partite in più disputate - in Leventina è funzionato ben poco in questa prima parte di campionato
AMBRÌ - Nonostante al termine del 2016 hockeystico manchino ancora due partite (contro Kloten e Losanna), quello che trascorrerà l’Ambrì sarà un triste Natale. Sì perché alla vigilia del campionato le aspettative erano altre, nonostante i soliti limiti che da tanti anni ormai accompagnano la società leventinese.
«La squadra è più forte», «Non ci accontenteremo soltanto dei playoff», «Gli acquisti di D’Agostini e Guggisberg ci hanno resi più forti», sono soltanto tre delle frasi che tra fine agosto e inizio settembre si udivano dalle parti della Valascia. La triste realtà, però, ha detto ben altro e il panettone a tinte biancoblù non potrà che essere indigesto. La classifica, infatti, è lì a dimostrare la deludente realtà. Inutile nasconderlo: il popolo leventinese ancora una volta si è illuso.
Le colpe per quanto (non) ammirato durante il primo scorcio di stagione vanno assegnate a tutte le componenti: dalla società ai giocatori passando per lo staff tecnico.
E non inganni il 6-3 sul Friborgo ottenuto domenica: Emmerton e compagni hanno sconfitto una squadra alla deriva all'indomani di una prestazione, contro il Lugano, a dir poco preoccupante.
Nelle prime 32 partite di Regular Season Pesonen e compagni hanno tenuto una media totale di un punto esatto a incontro.
Negli ultimi dieci match i leventinesi hanno innalzato di un tantino il proprio livello, ottenendo 13 punti (1.3 punti a partita). Una media che, anche se mantenuta sino a fine Regular Season, non basterebbe per ottenere gli ormai irraggiungibili playoff. Già nel mese di novembre il treno-playoff è passato via dalla stazione di Ambrì ad alta velocità senza la benché minima intenzione di fermarsi e promettando di mai più tornare, almeno sino al campionato prossimo.
Dove albergano i problemi della squadra di Kossmann? Sicuramente in questo primo scorcio di torneo è mancato l'apporto dei cinque giocatori stranieri. Questi ultimi hanno sì messo a segno in totale 28 reti, peccando però in continuità. Emmerton funziona a corrente alternata, Mäenpää compie una miriade di errori in retrovia e Hall - nonostante l'impegno e il grande sacrificio - non è lo straniero di cui oggi necessita l'Ambrì. D'Agostini è difficile da giudicare, ma nelle 17 partite in cui è sceso sul ghiaccio ha deluso. L'unico sufficiente, e che oggi meriterebbe una conferma, è Janne Pesonen.
Se poi si aggiunge la scarsa vena realizzativa di Lauper e Lhotak (quest'ultimo sbloccatosi solo da alcune partite) ecco che il piatto piange ancora di più.
Ciò che fa ancora più “rumore” in casa leventinese è il silenzio del direttore sportivo Ivano Zanatta. A livello di mercato, nonostante le intenzioni, nulla ancora si è mosso (eccetto il rinnovo del prestito di Descloux). Mentre le altre squadre annunciano rinnovi e arrivi con largo anticipo, in Leventina regna incertezza. Fuchs e Zurkirchen, che assieme a Fora rappresentavano i dossier prioritari, hanno già deciso di fare le valigie.
Inoltre - in vista delle prossime stagioni - alla Valascia bisognerebbe pensare di abbassare la media età: attualmente sono ben 13 i giocatori sopra i 30 anni presenti nel roster. La speranza è che il progetto Rockets possa portare i suoi primi frutti già nell'immediato.
Giovani elementi in rampa di lancio desiderosi di mettersi in mostra e affamati più che mai: ecco da dove dovrebbe ripartire questo Ambrì. A volte è solo e soltanto una questione di coraggio...