I bianconeri non hanno lasciato scampo ai burgundi apparsi assolutamente nulli e incosistenti: l'8-1 finale, firmato da una tripletta di Fazzini, fotografa a pieno l'andamento del match
LUGANO - Battuto e umiliato nelle ultime uscite stagionali, con l'head coach confermato ma sempre in bilico, il Lugano sabato sera è tornato in pista alla Resega per affrontare il Friborgo. Un incrocio pericoloso tra la nona e l'undicesima forza del massimo campionato svizzero che i bianconeri hanno dominato per tutti i 60' imponendosi, giustamente, per 8-1.
Potendo contare finalmente sul rientro di Wilson in difesa, Doug Shedden ha deciso di tagliare Lapierre per poter puntare sulla fisicità del difensore canadese: una scelta che ha dato i suoi frutti vista la capacità della squadra di chiudere gli spazi davanti a Merzlikins (anche in 3 contro 5 per 1'28") e di pungere in maniera costante dalle parti di Saikkonen. Le doppiette di Fazzini (7' e 12') - schierato in prima linea con Martensson e Klasen - e di Hofmann (10' e 14') - il numero 15 ha punito due volte in powerplay - hanno chiaramente indirizzato il match, evitando qualsiasi ribaltone al contrario di quanto avvenuto martedì a Kloten.
Dopo aver incassato il rotondo poker nei primi 20', Huras ha provato a scuotere il suo Friborgo, inserendo Conz tra i pali. Tutte le sue urla e i suoi tentativi, però, si sono rivelati vani visto che i burgundi non sono praticamente mai scesi dal bus e così per Chiesa e i suoi è stato tutto fin troppo facile: lo stesso capitano (25'), Martensson (29'), Klasen (31') e ancora una volta Fazzini (38') hanno ridicolizzato Bykov e compagni. Il Friborgo si è fatto notare soltanto per le tantissime e inutili penalità incassate, sintomo della situazione decisamente complicata che sta vivendo l'intero Gottéron.
Col match ormai chiuso e con i tre punti in cassaforte, il Lugano nel terzo periodo ha semplicemente amministrato, abbassando i ritmi e provando a difendere lo shutout di Merzlikins: quando il più sembrava fatto, Leeger (58') ha superato l'estremo difensore lettone, firmando la 100esima rete incassata in questo campionato dai ticinesi.
Il risultato colto contro una formazione assolutamente allo sbando e priva di una propria anima, deve dare fiducia a tutto il complesso bianconero ma non deve illudere nessuno: il momento complicato non è terminato. Il nono posto in classifica lo testimonia e il match di martedì contro il Ginevra, la trasferta di Davos e il derby di sabato prossimo, assumono un peso specifico importantissimo: in casa sottocenerina bisognerà trovare ancora di più la quadratura del cerchio, facendo gruppo e mettendo sul ghiaccio sempre questa fame. Una fame, una lucidità che ultimamente dirigenza, staff tecnico e giocatori avevano perso per strada.
LUGANO-FRIBORGO 8-1 (4-0; 4-0; 0-1)
Reti: 6'40 Fazzini (Chiesa, Martensson) 1-0; 9'57 Hofmann (Bertaggia/5c4) 2-0; 11'15 Fazzini (Klasen/5c4) 3-0; 13'13 Hofmann (Bertaggia/5c4) 4-0; 24'39 Chiesa (Martensson) 5-0; 28'55 Martensson (Klasen/5c4) 6-0; 30'34 Klasen (Furrer, Bürgler/5c4) 7-0; 37'32 Fazzini (Martensson, Klasen) 8-0; 57'20 Leeger (Sprunger, Mauldin) 8-1.
LUGANO: Merzlikins; Furrer, Chiesa; Klasen, Martensson, Fazzini; Wilson, Sartori; Hofmann, Zackrisson, Bürgler; Vauclair, Hirschi; Bertaggia, Sannitz, Walker; Ronchetti, Romanenghi; Reuille, Gardner, Morini.
Penalità: 9x2' Lugano + 5' e PP Sannitz; 8x2' Friborgo + 10' Kienzle + 5' e PP Schilt.
Note: Resega, 5623 spettatori. Arbitri: Dipietro, Wiegand; Bürgi, Castelli.