Qualora alla Resega non ci fossero ribaltoni, il coach dei bianconeri si giocherebbe la panchina venerdì a Berna e sabato in casa contro il Friborgo di Huras
FRIBORGO - Non ha dato una svolta netta, con lui il rendimento della squadra non ha avuto un'impennata; è però innegabile che, a Friborgo, Larry Huras stia lasciando il segno. Nella sua nuova avventura burgunda, cominciata a fine settembre, il 61enne ex, tra le tante, di Ambrì e Lugano ha infatti spinto i suoi a mettere insieme 23 punti in 18 match (prima del suo arrivano erano 7 in 8 partite). Se, poi, al coach si concede un "bonus ambientamento" (con lui in panca i Dragoni hanno perso i primi due match), la sua media punti a partita sale da 1,27 a 1,43.
Niente di stratosferico, direte voi. Esatto. Mantenendo questo ritmo nei 24 restanti confronti, il Friborgo arriverebbe però, in ogni caso, a 64-65 punti; quota che, tenuto conto di questo tiratissimo campionato (almeno alle spalle delle prime tre-quattro della classifica), potrebbe bastare per acciuffare i playoff.
«In carriera non avevo mai visto tanto equilibrio, non mi era mai capitata una classifica tanto corta e ingarbugliata - ci ha confermato proprio Huras - Noi per ora siamo in coda ma da qui a fine febbraio contiamo di risalire. Sarà dura ma ci sarà da divertirsi».
Cosa vi è mancato fino a questo punto?
«Un po' di precisione e cattiveria in attacco. Soprattutto quello è stato il nostro limite. Abbiamo le qualità per fare molte più reti e, di conseguenza, per raccogliere più punti nelle partite "tirate". Se riusciremo a migliorare sotto questo aspetto potremo tranquillamente accelerare in classifica».
Costretti a correre fin da ora, se alla fine arriverete ai playoff non rischiate di farlo con il serbatoio vuoto?
«Guardate cosa è accaduto al Berna l'anno passato: entrò nella top-8 in extremis e poi vinse il titolo. Nel primo turno di post season sfidò un Zurigo "comodo" dopo un'ottima regular season e non ebbe problemi. Credo, in linea di massima, che tagliando all'ultimo momento un grande traguardo, come può appunto essere la qualificazione al torneo che poi assegna la vittoria finale, si faccia il pieno di entusiasmo. Si carichi la "testa". E la forza mentale solitamente va a compensare le possibili mancanze di energie fisiche. Davanti a noi io vedo un lunghissimo playoff. Di 24 confronti. Da affrontare uno dopo l'altro. Se ne usciremo vincitori allora guadagneremo le sfide di marzo-aprile. E lì dovremo ricominciare».
Dopo essersi seduto a più riprese sulla panchina bianconera Huras potrebbe tornare a essere decisivo per il Lugano. I sottocenerini saranno infatti di scena venerdì a Berna e sabato in casa proprio con il Friborgo. Se a Shedden venisse data una nuova possibilità... Larry potrebbe giocargli un brutto tiro.
«È uno strano scherzo del destino... ma non fatemi parlare di Lugano. Loro non stanno andando al massimo, hanno i loro problemi, questo è chiaro. Ma a me non interessa. Io mi preoccupo dei problemi che ho con la mia squadra. Che sono già abbastanza».