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L'OSPITE«Pettersson? Era un po' scarico, ma non mettiamolo in croce»

15.04.16 - 08:30
L'ex giocatore di Lugano e Ambrì degli anni '90 Stefano Togni, ha analizzato il campionato del Lugano: «Questa stagione deve essere un punto di partenza per il futuro»
«Pettersson? Era un po' scarico, ma non mettiamolo in croce»
L'ex giocatore di Lugano e Ambrì degli anni '90 Stefano Togni, ha analizzato il campionato del Lugano: «Questa stagione deve essere un punto di partenza per il futuro»
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LUGANO - Il campionato di LNA è terminato con la vittoria del Berna, grazie al 4-1 rifilato al Lugano nella serie finale dei playoff. Fra i tanti appassionati che hanno seguito con entusiasmo l'ultimo atto c'era anche l'ex giocatore di Lugano e Ambrì degli anni '90, Stefano Togni.

Stefano, come hai visto la finale?
«È stata una finale molto combattuta, con un ritmo altissimo e chiaramente i dettagli sono stati decisivi. Il Lugano non deve recriminare su niente, perché ha dato tutto e ha fatto il meglio che poteva. Effettivamente però il Berna ha dimostrato di essere la squadra più compatta e fisicamente messa meglio. Le difficoltà che gli Orsi hanno incontrato durante la regular season hanno fatto in modo che nei playoff venissero fuori sia la rabbia che la loro forza interiore. Eliminare Zurigo, Davos e Lugano con un punteggio abbastanza netto nella serie significa che erano davvero una signora squadra. Hanno avuto a disposizione un roster molto ampio composto da un bel mix: stranieri decisivi, giovani promettenti e senatori esperti».

Il Berna nei playoff ha recuperato le forze fresche di alcuni suoi uomini migliori che erano infortunati nella regular season. Oltre a questo però, gli Orsi hanno avuto la terza e la quarta linea che durante tutto il campionato hanno giocato moltissimo viste le assenze. Questo ha permesso loro di essere abituati al ritmo partita e di avere grande fiducia nei propri mezzi nell'ultima parte della stagione...
«Esattamente. I feriti hanno recuperato e sono arrivati nel momento giusto, con energia e forze fresche. La terza e la quarta linea hanno effettivamente potuto fare quel salto di qualità grazie al fatto che hanno potuto beneficiare di più ghiaccio durante la regular season. Questa differenza si è poi vista nei playoff. La quarta linea per esempio, quella dei fratelli Berger, in certe partite ha segnato delle reti pesantissime. A Lugano invece purtroppo il quarto blocco si è visto molto poco e alla lunga ha pagato. Il Berna era piu reattivo, mentre i bianconeri un po' scarichi mentalmente. Si vedeva che i giocatori volevano fare, ma non riuscivano e sforzare sempre i soliti giocatori porta stanchezza e poca lucidità. Dal canto suo Fazzini per esempio ha dimostrato che quando lo si mette nelle condizioni ideali è un buonissimo giocatore, che porta tanta energia ed è capace di segnare reti pesanti. L'anno prossimo con più ghiaccio e maggiori responsabilità dovrà fare il salto di qualità, la società lo aspetta».

Pettersson è forse mancato nei momenti chiave e sicuramente la notizia del suo presunto trasferimento in KHL non ha aiutato l'ambiente.... se effettivamente avesse firmato le tempistiche non sono state quelle giuste...
«Non me la sento di mettere in croce uno come Pettersson. Durante la regular season ha dato il suo contributo, mentre nei playoff, con il livello che si è alzato, era un po' scarico. Probabilmente voleva fare troppo bene ed è arrivato a un certo punto in cui non era più lucido. Sentiva inoltre una pressione enorme sulle sue spalle e sicuramente i tifosi erano troppo abituati che realizzasse due reti a partita. Bisogna anche dire che adesso gli avversari lo conoscono e lo marcano molto stretto, inoltre ha anche avuto la sfortuna di farsi male prima dei playoff. Per quanto riguarda la notizia della firma per la KHL, se fosse vera, le tempistiche non sono state ovviamente quelle giuste e la notizia non doveva trapelare. I professionisti però non si lasciano condizionare da niente, soprattutto se si stanno giocando il campionato. Ognuno dà il massimo per la squadra, senza pensare a cosa potrebbe succedere in futuro».

...è comunque stata una stagione da incorniciare per il Lugano...
«Certamente, soprattutto se si pensa che alla 18esima giornata la squadra navigava in pessime acque. Non è sicuramente stato facile terminare i rapporti con Fischer, però con Shedden il gruppo ha cambiato l'attitudine e la mentalità. Bisogna ripartire proprio da questa finale, di modo che i bianconeri l'anno prossimo possano fare ancora meglio. Deve essere un punto di partenza per il futuro: le basi sono solide, ci sono due allenatori molto competenti, un portiere fortissimo e la squadra è molto equilibrata in tutti i reparti. Adesso bisogna staccare la spina e non pensare alla delusione per qualche settimana».

Negli ultimi 10 anni però, il titolo se lo sono alternato Berna, Davos e Zurigo e non falliscono mai tre anni di fila. Il Ginevra poi si rinforza ogni anno... pensi che puntare alla vittoria finale a questo punto è un'utopia?
«È vero che la situazione è questa, ma bisogna anche dire che il Lugano si è ripresentato meritatamente in finale dopo dieci anni e sono sicuro che potrà ancora dire la sua. Quest'anno ci è andato molto vicino. Sarà difficile da smaltire la delusione, ma bisogna trasformarla in una carica positiva, con la consapevolezza da parte di tutti che la squadra è competitiva e che potrà fare sempre bene. Non sarà ovviamente facile vista la concorrenza, ma si può fare».

Cosa manca alla squadra? Non sarebbe meglio avere uno straniero in difesa?
«Quest'anno i giovani hanno trovato molto spazio e l'anno prossimo bisognerà dargliene ancora di più per permettere loro di crescere ulteriormente. L'idea di un difensore straniero non è da scartare, anche se il reparto arretrato ha retto benissimo quest'anno. Kienzle però andrà via e Kparghai starà fuori diversi mesi. Per questa squadra vedrei bene un regista difensivo, che possa essere utile soprattutto nelle situazioni speciali. Anche perchè inserire sempre Pettersson o Klasen sulla linea blu nei powerplay può essere rischioso: sono fortissimi e hanno un gran tiro, ma nel caso perdessero il disco, non essendo difensori, farebbero fatica a recuperarlo».

 

 

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