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Il centrocampista dell'Arsenal ha parlato della sua famiglia, di quanto è accaduto prima del trasferimento in Svizzera
LONDRA (GBR) - «Mio padre ha mostrato una forza incredibile nella sua vita. Taulant e io siamo cresciuti con questa forza mentale. Abbiamo avuto questo idolo, questo modello, che ci ha insegnato a essere forti per avere successo. Ecco perché sul campo abbiamo questa grinta, per andare veramente fino fondo».
Granit Xhaka si è confessato al Guardian, al quale ha raccontato le sue vicende private, la storia della sua famiglia in Kosovo alla fine degli anni '80, e ha elogiato la figura del padre Ragip: «Era un kosovaro fiero e pensava che aveva il diritto di esistere, si è battuto per i suoi diritti, che erano diritti democratici fondamentali, bisogni, come poter votare».
Suo padre, allora studente dell'Università di Pristina in Kosovo (al tempo provincia autonoma della Jugoslavia), fu arrestato nel 1986, all'età di 22 anni, e condannato a sei anni di carcere per aver preso parte a una manifestazione contro il governo comunista centrale. «Da quello che so, i primi mesi di carcere sono andati bene. Poi sono iniziati i problemi. Come suo figlio, questa storia mi tocca davvero profondamente. È davvero, davvero nel mio cuore».
Ragip Xhaka è stato rilasciato dopo tre anni e mezzo di detenzione per una ragione ancora sconosciuta. Ha lasciato il suo paese per stabilirsi in Svizzera (1990) dove sua moglie ha dato alla luce Taulant (1991) e Granit (1992). In questa testimonianza, Granit Xhaka non ha dimenticato sua madre. «Ho un incredibile rispetto per lei. Non ho mai sentito che una donna - soprattutto a quell'età - stia insieme a un uomo da soli tre mesi e una volta finito in carcere non lo lascia, ma lo aspetta per tre anni e mezzo. Mia madre è una persona semplicemente fantastica».
