Il ct Ventura si prepara al secondo e decisivo round con la Svezia: «Siamo l'Italia, noi giochiamo a calcio. Non mi aspettavo tutte queste critiche»
MILANO (Italia) - Che per arrivare ai Mondiali si dovesse poter passare per gli spareggi non era e non dovrebbe essere un dramma. Lo sarebbe non andare in Russia. Questo il pensiero del ct dell'Italia Ventura in vista della gara di ritorno con la Svezia. Quella che questa sera darà o toglierà il passaporto per i Mondiali, con tutte le conseguenze del caso. Gli azzurri devono ribaltare l'1-0 dell'andata e Ventura lo sa ma premette:
«Sono consapevole che la gara è fondamentale per noi, ma è lo stesso scenario che c’era quando ho firmato con la Nazionale. Sapevamo che c’era la Spagna e che avremmo potuto finire ai playoff. Non c'è sorpresa per essere arrivati a questo punto. Sinceramente non capisco: ci si sorprende del fatto che adesso siamo qui a giocarci questo spareggio, ma questo scenario era chiaro sin dall’inizio... Adesso siamo qui, se dovessimo perdere si faranno determinate considerazioni, altrimenti se ne faranno altre».
Dopo un passaggio sull'arbitraggio dell'andata («Credo che l'arbitraggio in Svezia poteva essere gestito meglio, ma fa parte del gioco. A fine partita ho solo detto che la partita poteva essere gestita in maniera più corretta. Certo che nel ritorno uno dei nostri giocherà con la maschera protettiva per il naso...») il ct non rinnega le sue idee e aggiunge:
«Noi siamo l’Italia, se ci qualifichiamo, lo faremo giocando al calcio: spero che in campo ci sia correttezza. Servirà tutto: tattica, cuore e determinazione. I consigli degli altri? Io ascolto tutto, ma alla fine decido di testa mia. Mi avevano già spiegato che in Italia funziona così, ma non mi aspettavo tutte queste critiche. Se uno fa l'allenatore, però, deve decidere di testa sua. Nell'ultima conferenza stampa metà sala sponsorizzava dei calciatori, l'altra metà parlava di altri...».