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L'OSPITELa testa dei galletti e l'umiltà italiana i veri disastri settimanali

06.09.17 - 09:45
Le uniche big europee uscite "scornate" dalle qualificazioni sono state Francia e Italia. Arno Rossini ha indicato i colpevoli
Keystone
La testa dei galletti e l'umiltà italiana i veri disastri settimanali
Le uniche big europee uscite "scornate" dalle qualificazioni sono state Francia e Italia. Arno Rossini ha indicato i colpevoli
CALCIO: Risultati e classifiche

TOLOSA (Francia) - Una settimana, o quasi, di match internazionali è servita per confermare i rapporti di forza nel pallone europeo. Chi ha vinto lo ha fatto perché ha meritato (o semplicemente era più forte dell'avversario di turno), chi ha perso lo ha fatto perché... ha meritato. Quasi tutte le migliori nazionali del ranking non hanno tentennato e anzi, partendo dal Belgio - già qualificatosi per Russia 2018 - hanno reso solidissima la loro posizione. Quasi tutte. Un paio hanno invece infilato passi falsi clamorosi.

La Francia è una di queste. Ha vinto, benissimo, contro l'Olanda, salvo poi farsi sorprendere dal Lussemburgo in casa. A Tolosa i galletti sono stati fermati sullo 0-0. Qualcosa di incredibile.
«Di impensabile alla vigilia - ha sottolineato Arno Rossini - da quel match è uscito un risultato sorprendente. E la colpa è tutta di chi è sceso in campo. La "croce" è tutta dei giocatori».

Tutte le storie sulla difficoltà di esprimersi ai massimi livelli in questo periodo dell'anno...
«Storie, appunto. I francesi erano stati grandi solo qualche giorno prima. Stavano bene. Forse non erano al massimo, questo è vero, ma chi lo è a settembre? Semplicemente la testa, al momento di cominciare la partita con il Lussemburgo, non c'era».

E quando cominci così...
«Non cambi più. Non è come accendere la luce, lo dico sempre. L'atteggiamento deve essere quello giusto fin dai primi minuti. Altrimenti poi "ripartire" è complicato. A ciò aggiungete la tensione con il passare dei minuti... No, per una volta la responsibilità è assolutamente dei giocatori, che ora rischiano di dover passare attraverso i playoff per arrivare al Mondiale. Una pazzia».

Altra squadra che non ha certo esaltato, nonostante la vittoria contro Israele, è l'Italia. Lo 0-3 incassato in Spagna...
«Era forse da quindici anni che non vedevo l'Italia tanto in difficoltà».

Cosa è accaduto? Il gruppo tutto sommato gruppo sembra buono.
«Ma non ci sono più i campionissimi di qualche tempo fa. I Baggio, i Del Piero... Quella azzurra è una squadra con elementi interessanti. Tutto qui. E poi ci sono calciatori ormai sulla via del tramonto. De Rossi, in mezzo, non ha più la velocità per contrastare centrocampisti molto mobili. E anche Buffon sulla punizione non è stato impeccabile».

Verratti, Insigne, Belotti, Immobile... di qualità ce n'è.
«Verissimo, ma niente che spicchi. La Spagna invece, già forte, ha visto arrivare il squadra giovani eccezionali. Isco, Asensio... una generazione d'oro».

Il capitombolo azzurro era preventivabile.
«Sì certo. Ma non in quelle dimensioni. In quella sconfitta ha pesato molto la scelta di Ventura di presentarsi con quel modulo. È andato alla Garibaldina quando invece, con un po' di attenzione in più, avrebbe potuto limitare i danni».

Storicamente l'Italia è fortissima a coprirsi e ripartire. Giocare così è nel suo DNA. Non sarà un gran spettacolo però...
«Però quando hai interpreti non fenomenali non c'è nulla di male a impostare in questo modo le partite. L'umiltà paga: se gli avversari sono davvero più forti, e lo sai, difenderti e poi cercare di sorprenderli è di certo la scelta giusta».

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