Un allenatore "sergente di ferro" e un presidente vulcanico possono convivere a lungo? Se i risultati sono positivi...
LUGANO - Perdere contro lo Young Boys, seconda forza della Super League, è un peccato mortale? È qualcosa di così grave da spingere alla feroce critica nei confronti di Paolo Tramezzani? No. A meno che il fuoco non covasse già sotto la cenere. La fiamma ha incendiato Angelo Renzetti il quale, dopo aver rimuginato per una settimana, ha colto la palla al balzo ed espresso pubblicamente - ai microfoni della rsi - il proprio disappunto per le scelte dell'allenatore. Quelle sul campo (fuori Piccinocchi e Sabbatini) e quelle di gestione (la visita mattutina alla ditta). Secondo il massimo dirigente dei bianconeri tali decisioni hanno causato la prestazione non certo scintillante, ma neppure tremenda, firmata da Sadiku e compagni e portato a un rovescio evitabile. È vero? L'unico fatto certo è che Renzetti, nerissimo, si sia lamentato, tenendo chiusi negli spogliatoi tutti i suoi dopo il capitombolo. Il mister, dal canto suo, non ha subito passivamente il rimbrotto: ha replicato respingendo al mittente ogni accusa. Tramezzani si è detto certo di non aver impostato una squadra difensiva e ha gettato acqua sul fuoco, elogiando la prestazione dei suoi.
Tutto finito, tutto sistemato? La sensazione è che la società sopporti più che supporti le decisioni dell'allenatore, il quale solo vincendo potrà zittire le critiche e spegnere i malumori. La sensazione è che, uomini forti, convinti delle loro scelte, “pres” e mister non abbiano ancora trovato il loro equilibrio. Si scontreranno più volte in futuro? Se le sconfitte si moltiplicheranno Renzetti di certo non le manderà a dire. E Tramezzani di sicuro non subirà in silenzio. Il Lugano si prepari a nuove tempeste...