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L'OSPITE«Manzo? Che Renzetti non decida di pancia o il vento si trasformerà in uragano»

14.12.16 - 08:31
Arno Rossini ha analizzato la situazione a Lugano: «Il mister ha fatto degli sbagli ma li ha anche riconosciuti. E questo è importante. Se dovesse esserci, che il suo sostituto sia svizzero»
Ti-Press
«Manzo? Che Renzetti non decida di pancia o il vento si trasformerà in uragano»
Arno Rossini ha analizzato la situazione a Lugano: «Il mister ha fatto degli sbagli ma li ha anche riconosciuti. E questo è importante. Se dovesse esserci, che il suo sostituto sia svizzero»
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LUGANO - Metà campionato se n'è andata. Il pallone si è fermato. Il momento di prendere ogni decisione è arrivato. Cosa succederà a Cornaredo? Angelo Renzetti sceglierà di continuare con Andrea Manzo o - pensando di avere maggiori possibilità di salvarsi - punterà su un altro allenatore? I sussuri, i dubbi e le incertezze delle ultime settimane sfoceranno, nei prossimi giorni (ci auguriamo non troppo in là), in una decisione ferma da parte del numero uno bianconero. Già ma da che parte andrà il "pres"? Cosa è meglio per il Lugano?

«La scelta è davvero complicata - è intervenuto Arno Rossini - ci sono infatti motivi buoni sia per confermare il mister che per cambiarlo. In questo momento è più facile fare "6" all'EuroMillions piuttosto che azzeccare la decisione giusta per le sorti del club».

Bene. Ma noi dobbiamo provare a fare chiarezza. Perché Manzo dovrebbe restare?
«Perché va considerato che è pur sempre un allenatore alla prima esperienza in Super League. E per questo è in crescita. È un mister che ha commesso degli errori però ha anche riconosciuto di aver sbagliato. E questo è importante. Il suo Lugano ha avuto una prima parte di stagione molto buona e una seconda pessima. Se si capisce qual è il motivo del calo, cosa ha generato tale scarso rendimento - e si interviene - allora è giusto continuare».

E cosa ha portato ai tanti passi falsi?
«Tante assenze, qualche errore di troppo, delle incertezze...».

Sulle assenze il mister che colpe ha?
«Beh lui... è sul campo tutti i giorni con i ragazzi. Qualcosa di sicuro dovrà essere rivisto nella gestione degli allenamenti e dei giocatori».

I ticinesi sono molto vicini all'ultimo posto della graduatoria. Renzetti ritiene la rosa buona per uno dei primi cinque-sei posti. Dove sta la verità?
«Sono convinto anche io che questi bianconeri valgano più della loro classifica. Che abbiano delle qualità tecniche tali da non dover lottare per non retrocedere. Il punto cambio-non cambio sta tutto nella fiducia che Renzetti ha ancora in Manzo. Se c'è, allora ci sono i presupposti per continuare. Altrimenti meglio chiudere subito. Per non correre il rischio che il primo colpo di vento si trasformi in un uragano».

Cosa ha giocato contro l'allenatore, oltre a qualche risultato negativo?
«La sua amicizia con i giocatori. Renzetti è il capo indiscusso della società. Vedere in essa delle coalizioni non è simpatico: è come avere la sensazione che ti stia sfuggendo qualcosa...».

Qualora, alla fine, a Cornaredo propendessero per la nomina di un nuovo allenatore... chi dovrebbero scegliere?
«Imperativo sarebbe l'ingaggio di un tecnico svizzero, di un professionista che conosce alla perfezione il nostro calcio. Chiamare un mister straniero sarebbe rischiosissimo: questo potrebbe perdere tempo prezioso per capire la Super League e nel frattempo il Lugano affonderebbe».

Ci sono tecnici rossocrociati pronti ad accettare le offerte dei bianconeri?
«Di sicuro. Renzetti però dovrebbe offrire, più che un compenso ricco, un progetto almeno a medio termine. Negli ultimi anni ha troppo spesso cambiato guida tecnica. Come fai in questo modo a dare continuità al lavoro?».

Ma il "pres" deve decidere di testa o di pancia?
«Non di pancia. Di testa, assolutamente. Sta facendo grandi sacrifici e merita che il suo Lugano rimanga in Super League. Però, come chi scende in campo, non può permettersi di fare errori».

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