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L'OSPITE“Totti? Grandissimo, ma senza coraggio. Non uno da pallone d'oro”

05.01.16 - 10:17
Tanti complimenti e qualche tirata d'orecchie, Arno Rossini ha celebrato a suo modo il capitano della Roma, prossimo al ritiro
“Totti? Grandissimo, ma senza coraggio. Non uno da pallone d'oro”
Tanti complimenti e qualche tirata d'orecchie, Arno Rossini ha celebrato a suo modo il capitano della Roma, prossimo al ritiro
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ROMA (Italia) – “Il ritiro di Francesco? Eh beh ci siamo”. Una frase innocente, pronunciata da Ilary Blasi, moglie di Francesco Totti, ha messo in subbuglio il mondo del pallone. Er Pupone è pronto a smettere? La bandiera giallorossa è sul punto di essere ammainata?

Non ci sarebbe nulla di strano, visto che “France'” ha quasi 40 anni e che ultimamente è costretto a fare i conti con troppi infortuni. Quando si chiude un'era, però, non si riesce a rimanere impassibili. I sentimenti, spesso contrastanti, vissuti lungo tutta l'avventura vengono infatti prepotentemente a galla...

“Non c'è un annuncio ufficiale, questo è vero; l'anticipazione fatta dalla Blasi però non mi stupisce – è intervenuto Arno Rossini – Insomma stiamo pur sempre parlando di un quarantenne”.

Che quarantenne... in pochi sanno giocare a calcio come lui.
“È stato un gran giocatore, uno degli ultimi simboli del calcio italiano. Aveva grandi numeri e grandissime qualità. Ma probabilmente ha fatto il suo tempo”.

Cosa lo spingerà, la prossima primavera a questo punto, a mollare?
“Si è reso conto di non essere più – giustamente – al centro del progetto giallorosso. Probabilmente sperava di poter entrare da capitano nel nuovo stadio della sua società...”.

Aspetta e spera, allora altro che 40 anni, avrebbe dovuto giocare ancora a lungo...
“Ci ha messo una pietra sopra”:

In molti, parlando di Totti, raccontano di un giocatore che, avesse lasciato la Roma, avrebbe vinto il pallone d'oro.
“Non sono d'accordo. Stiamo parlando, l'ho già detto, di un grande giocatore. Io non so però se sarebbe riuscito a primeggiare. Non esiste la controprova. Chi vi dice che, al Real Madrid per esempio, avrebbe lasciato il segno? Guardate a Kakà: strepitoso nel Milan, comprimario con le Merengues. No, io non credo che Francesco sarebbe stato grandissimo anche con un'altra maglia”.

Ha preferito rimanere re di Roma.
“Doveva invece provare una nuova avventura. Magari all'estero. Un'esperienza del genere lo avrebbe di sicuro reso più forte e gli avrebbe fatto conoscere altri modi di concepire il calcio. Guardate per esempio agli allenatori: quelli che accettano la sfida fuori dai confini del proprio stato diventano più completi. Conoscono di più”.

È stato dunque codardo?
“Gli è mancato il coraggio. E questo è stato un limite. Poi credo che Totti non sia un leader, uno di quelli che trascinano lo spogliatoio. Ecco un altro difetto. Non è Pirlo, insomma, tanto per fare un paragone”.

Uno di quelli in grado di fare la differenza con qualsiasi maglia?
“Esatto. Un fenomeno, uno da pallone d'oro”.

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