La sconfitta con Djokovic ha chiuso la carriera - ad alto livello - di Roger Federer? Non siatene sicuri
LONDRA (GBR) – Una finale gigantesca. A questo hanno assistito quanti, per voglia o per caso, per qualche ora si sono sintonizzati sul torneo di Wimbledon. Sull'erba di Londra, consumata da due settimane di battaglie, si sono incrociati il numero uno e il numero tre al mondo. Ma non solo: si sono incrociati il tennista più forte del momento – un momento che dura da un po', va ammesso – e il tennista più forte di sempre.
A imporsi, al termine di una maratona di cinque ore, cinque set e addirittura 68 game, è stato Nole Djokovic, il campionissimo di Belgrado.
È stato sconfitto ma non ha perso, invece, Roger Federer, stupefacente per la freschezza mostrata. Il balletto con il serbo è stato per lui l'ultimo ad altissimo livello? Non è detto. Certo, i risultati non si possono programmare. La voglia però, quella sì, in qualche modo si può cibare. E così farà il renano, che ha ammesso di non soffrire troppo per la sconfitta e, con la frase «A 37 anni non è ancora finita», di guardare con fiducia al futuro.
«Non potevo dare di più - ha detto sorridendo – ho dato tutto quello che avevo, sto bene, posso ancora stare in piedi. Mi auguro che sia lo stesso per i prossimi 37 anni».
“At 37, it’s not over yet!"
— Wimbledon (@Wimbledon) 14 luglio 2019
For @rogerfederer, the pursuit of more Grand Slam glory continues...#Wimbledon pic.twitter.com/Y1o1b1tjf4