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CALCIOConti indagato con Gritti nel caso calcioscommesse

16.02.12 - 11:18
Nelle ultime ore sono trapelati nuovi interrogatori della Procura di Cremona che aggravano la posizione del portiere e fanno entrare nelle indagini il giocatore al Bellinzona dal 2007
Keystone
Conti indagato con Gritti nel caso calcioscommesse
Nelle ultime ore sono trapelati nuovi interrogatori della Procura di Cremona che aggravano la posizione del portiere e fanno entrare nelle indagini il giocatore al Bellinzona dal 2007
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BELLINZONA - L’ex granata Matteo Gritti è oggi indicato dai media italiani come uno dei soggetti che ha posto le basi perchè si potesse sviluppare in Italia, ma non solo, il sistema di calcioscommesse su cui da tempo sta indagando la procura di Cremona. Ma anche un nuovo nome del club della Capitale è entrato nelle indagini: Andrea Conti, al Bellinzona dal 2007, invischiato proprio dal portiere. Per lui un supplemento di indagine.

All’origine di tutto un incontro in un centro commerciale di Seriate nel 2008 con Filippo Carobbio, giocatore all'epoca dell'AlbinoLeffe. È proprio il centrocampista a spiegare l’accaduto: “Quando giocavo per l'AlbinoLeffe sono stato contattato da Matteo Gritti. Questi aveva giocato con me nell'AlbinoLeffe. Ci incontrammo una prima volta all'Iper di Seriate e fu allora che mi riferì che c'era un gruppo di persone, straniere, che avevano un'ampia disponibilità economica che intendevano investire per vincere le scommesse, da effettuarsi sui siti asiatici, corrompendo i giocatori. Gritti mi spiegò che il denaro sarebbe stato consegnato ai calciatori prima della partita”.

Carobbio presentò Gritti a Carlo Gervasoni e da lì si instaurò la rete di contatti. “Tre o quattro mesi dopo, all'inizio del campionato 2008-2009, Gervasoni, che evidentemente nel frattempo aveva continuato ad avere rapporti con Gritti – ha continuato Carobbio - mi rappresentò che ci sarebbe stata un'occasione conviviale a Mendrisio. Erano presenti, oltre a me e Gervasoni, Gritti e altre 4-5 persone, tra le quali Gegic e Bressan”.

Nelle ultime ore sono trapelate inoltre alcune dichiarazioni di colui che è considerato da tutti, insieme a Hristian Ilievskj, l’uomo di punta dell’organizzazione: Almir Gegic. "A Cremona – ha dichiarato il giocatore - a più riprese ho espresso la mia piena disponibilità a essere sentito per fare chiarezza. Sono un calciatore, il calcio mi ha dato tanto (...) e non rovinerei di certo la mia reputazione con certe storie". E ancora «Io e i miei familiari siamo capaci di vivere con un'austerità che forse non è così usuale per gli svizzeri. Ci accontentiamo di poco”, ha spiegato per commentare le grosse somme di denaro versate sul suo conto. Sulle scommesse invece ha commentato: "Gioco al massimo 100-200 euro. Non sono né membro né capo di un fantomatico clan degli zingari, un'invenzione degli italiani (...) Mi è capitato di raccogliere soldi di amici per scommettere assieme su partite, ma escludo di aver ricevuto o versato soldi per truccarle. L'11 marzo 2011 ho portato i miei soldi, quelli del Brix (Mauro Bressan) e di Ivan Tisci in Italia. Dovevo incontrare in quell'area di parcheggio autostradale qualcuno che li avrebbe fatti avere a Bellavista affinché venisse piazzata la scommessa”.

Il giocatore del Rancate è considerato dalla polizia tedesca come uomo «in contatto con esponenti di un clan balcanico di cui fa parte il noto boss della mafia del Montenegro Branislav Micuninovic ricercato in campo internazionale". Lo Sco lo indica come “legato a Sancarkli Habdo, esponente della mafia turca, già presidente dell'Istanbulspor, squadra in cui Gegic ha militato".

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