SCI ALPINOLara Gut, vittima e complice dello sport moderno

COMANO - Il caso Gut scoppia in un momento in cui lo sci svizzero non sta passando un periodo d'oro. I risultati nelle ultime gare non sono esaltanti. A parte il terzo posto della obvaldese Dominique Gisin a Lake Louise, la squadra femminile svizzera di sci non brilla.

A brillare non è neppure Lara Gut. La ticinese, giovane speranza dello sci elvetico, ha fatto breccia nei cuori degli sportivi svizzeri. Una Lara dalla personalità forte e dal bell'aspetto. Due caratteristiche che nel circo mediatico, ormai a caccia di nuove miss con gli sci ai piedi, hanno reso più facile la notorietà a Lara Gut.

Sul Blick si descrive Lara come sfacciata, vivace, disinvolta, bella. Un raggio di sole ticinese che fa da contraltare al cliché della timida e proba ragazza montanara svizzera.

Ora, invece, il sogno sembra infranto. E nasce il caso Lara Gut. Molti ora penseranno, in merito alla decisione di sospendere Lara Gut nelle prossime due gare che alla sciatrice ben gli sta', con la speranza che la ragazza abbassi un po' la cresta e che la punizione le serva da lezione. Ma è sbagliato pensarla in questo modo. La colpa non è sua. Lara Gut è figlia dello sport moderno e il suo caso non è soltanto che un esempio di un fenomeno, quello della estrema individualizzazione, che ha contagiato anche lo sci svizzero. Lara Gut è cresciuta nel suo team privato, di famiglia. Una tendenza ormai irreversibile e sicuramente incontrovertibile. Le star dello sci, ormai, gareggiano per tutelare, come piccole imprenditrici, i propri interessi, i propri sponsor, i propri allenatori personali. Vedi Bode Miller, Lindsey Vonn, Tina Mazen.

Lara Gut, confrontata con la realtà della federazione sciistica svizzera, in cui, invece, viene imposta disciplina e spirito di gruppo, fa fatica ad adattarsi. E per Lara Gut, piccola promessa, non resta che la scelta della via solitaria. La sospensione, infatti, difficilmente potrà cambiare l'indole di Lara.   

Foto Ti-Press