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ATTUALITÀ SETTIMANALEIl toro è in corsa per superare i prossimi ostacoli

13.03.17 - 17:30
Equity & Fund Analysis BSI
Keystone
Il toro è in corsa per superare i prossimi ostacoli
Equity & Fund Analysis BSI

L’enfasi data alla durata e all’ampiezza della fase positiva della borsa americana ci permette di analizzare il parallelismo che storicamente lega la borsa elvetica a quella US, un paradigma che è ugualmente valido per la maggior parte delle borse occidentali.

L’attuale fase di crescita della borsa americana è storicamente tra le più lunghe di sempre, con una durata che ha raggiunto i 96 mesi contro una media di 70, e con una crescita del 250% contro una media di 190%.

La borsa svizzera, pur seguendo una tendenza analoga, non può vantare un simile primato in quanto negli scorsi 8 anni ha dovuto fronteggiare correzioni di ampiezza rilevante causati da eventi non controllabili alternando cicli intermedi di crescita più brevi.
I fattori che hanno determinato queste dinamiche sono prevalentemente esogeni: nel 2011 si era trattato dell’introduzione negli US del QE2, che aveva causato un rapido apprezzamento del CHF e con esso una giustificata apprensione sull’impatto sugli utili delle società elvetiche.
La risposta della BNS con la fissazione teorica di una soglia d’intervento a difesa del cambio con l’Euro aveva poi permesso il rilancio di un nuovo ciclo borsistico positivo, successivamente interrotto dalla revoca del provvedimento.

L’altro grosso capitolo di eventi che hanno frenato la borsa svizzera sono di carattere geopolitico, legati a votazioni come ad esempio quella sul Brexit (che ha trasformato il Regno Unito in un’entità politica simile alla Svizzera nei suoi rapporti con il mercato unico europeo) o elezioni come quella recente negli Stati Uniti.

Dalla crisi finanziaria del 2008, questi sono stati i due fattori principali che hanno significativamente alterato il parallelismo con la borsa americana. È quindi importante includere nelle anticipazioni sul mercato elvetico i prossimi appuntamenti elettorali e di politica monetaria che si stanno profilando.
Le elezioni in Francia e successivamente in Germania riguardano inoltre nazioni confinanti con la Svizzera e quindi con una rilevanza anche sugli scambi commerciali, molto importanti per titoli svizzeri fuori dall’SMI. Proprio questa tipologia di titoli è da tempo anche quella più performante e sensibile all’andamento dell’economia europea.

Il discorso relativo alle variabili finanziarie è invece maggiormente legato alla tempistica dei rialzi dei tassi d’interesse negli US, ed alla relativa postura che Draghi dovrà suo malgrado assumere qualora gli aumenti americani dovessero essere ravvicinati.

L’SMI sta scontando un apprezzamento del USD, generalmente ben visto dalle maggiori capitalizzazioni, mentre le società di seconda fascia auspicano un rafforzamento dell’EUR, un evento realisticamente probabile alla luce dei recenti dati congiunturali. Infine, la spinta verso l’uscita dai tassi negativi in Svizzera potrebbe risultare la forza decisiva per aiutare la borsa a superare con successo le insidie legate agli imminenti ostacoli delle due tipologie.


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