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L'OSPITELo Stato deve occuparsi della multiculturalità?

08.04.14 - 11:35
Nicholas Marioli, Lega dei Ticinesi
Foto Archivio Ti-Press
Lo Stato deve occuparsi della multiculturalità?
Nicholas Marioli, Lega dei Ticinesi

È stato appreso negli scorsi mesi dai media che dall'introduzione del periodo di prova, con alcune classi pilota in Ticino dell'obbligatorietà della nuova materia denominata storia delle religioni, sono trascorsi due anni.

 

È stato introdotto, nella rispettiva griglia oraria, in alcune sezioni della scuola media un paio di ore settimanali obbligatorie di questa materia scolastica, eliminando e sostituendo il corso facoltativo di religione cristiana.

Come al termine di ogni nuova esperienza il nostro Dipartimento responsabile (DECS) si sta occupando di trarne le conclusioni. Cogliendo gli input da parte del mondo scolastico e, quindi, valutare se proseguire con questa nuova modalità.

 

A quanto sembra i segnali, da parte di alunni e docenti, sono positivi.

Opportuno è anche considerare degli aspetti in controtendenza con le prime impressioni.

Questa nuova disciplina è allineata con la filosofia di scuola che si sta portando avanti negli ultimi anni, caratterizzata da connotazioni multiculturali, progressiste e garantiste.

Da molti anni le varie associazioni, di culto e di religione, promuovono in tutto e per tutto l'insegnamento della propria religione, cultura e delle usanze.

Allora perché si vuole dare questa ulteriore incombenza alla scuola, quando i privati si stanno già mobilitando in maniera efficace?

Adottare delle eccezioni affinché non venga violata la loro coscienza, nelle scuole elementari e medie, è diventata una prassi quotidiana e automatica.

Si pensi ad esempio al classico sandwich di prosciutto oppure alla visite turistiche nelle Chiese, ecc.

 

Questo è considerato un atto di educazione, mancano però dei limiti coi quali non dobbiamo confondere: quello che è il rispetto di una cultura, con quello che è una vera sottomissione della propria.

Togliendo i crocifissi nelle scuole e proibire al Vescovo le visite, sono scelte che vanno in questa direzione.

È incomprensibile l'esigenza di questa nuova disciplina.

Garantendo, solide basi culturali agli allievi delle scuole medie che a breve sceglieranno il proprio cammino scolastico e professionale, si assolve già il compito primario ed essenziale.

Per cui la scuola in questo ambito deve di offrire un insegnamento esclusivo della religione Cristiana.

Con lo scopo di comprendere meglio la nostra società, basata su un modello occidentale. Non è una scuola di indottrinamento e di propaganda, ma solamente un esercizio per rendere maggiormente coscienti della nostra realtà.

 

Questa è la miglior integrazione che si può offrire a chi in questo paese è un ospite, invece attualmente c'è la tendenza a tralasciare la nostra autodeterminazione. Seguendo il principio: è l'ospite a doversi integrare verso la comunità e non viceversa, questo modello è una possibile soluzione.

Se si reintroducesse un'ora obbligatoria settimanale di religione cristiana oppure di Storia Svizzera, unita ad una conoscenza generale del Cristianesimo?

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