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L'OSPITEIl Cantone Ticino è uno Stato di Polizia?

04.10.13 - 12:48
Avvocato Tuto Rossi
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Il Cantone Ticino è uno Stato di Polizia?
Avvocato Tuto Rossi

Tutti i ticinesi hanno sotto gli occhi lo sfascio delle istituzioni della vicina Italia, mentre da noi le cose funzionano ancora bene, poiché la Polizia lavora agli ordini del Magistrato.

 

Se i ticinesi vogliono rimanere in uno Stato democratico devono però stare attenti alle piccole cose.

 

Questa mattina ho inoltrato le osservazioni al Servizio dei ricorsi del Governo riguardo al Catalogo elettorale del Comune di Bissone.

 

Ho parimenti richiesto l’aiuto del Presidente del Consiglio di Stato Onorevole Paolo Beltraminelli, poiché questa piccola causa ha rivelato comportamenti gravissimi (anche se commessi in buona fede; ciò che è ancora più grave) da parte di funzionari cantonali e comunali.

 

La Costituzione federale protegge il cittadino contro le intrusioni dello Stato: il cittadino deve avere garanzia della protezione della sfera privata, del rispetto della sua vita famigliare e della sua abitazione (13 Cst.).

 

Ogni restrizione alla libertà del cittadino deve essere prevista dalla legge (36 Cst.) mentre i funzionari statali devono trattare con uguaglianza il cittadino (8 Cst.) rispettandone la dignità (7 Cst.) e i diritti fondamentali (35 Cst.).

 

In uno Stato di diritto soltanto il Magistrato ha può fare pedinare i cittadini dalla Polizia.

 

La procedura riguardante il Catalogo elettorale di Bissone ha invece dimostrato che, al di fuori di ogni autorizzazione di una legge formale, i funzionari del Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato, molto verosimilmente con quelli della Sezione degli Enti Locali, e sicuramente quelli del Comune di Lugano hanno fatto pedinare in maniera estremamente invasiva giorno e notte dei liberi cittadini ticinesi come se fossero dei criminali, per più di sette settimane.

 

Raccolte queste informazioni, contenenti particolari intimi sulla vita privata di questi cittadini, le hanno distribuite a tutte le parti in causa permettendo una pubblicazione indiscriminata.

 

A quanto sembra, lo scorso novembre al momento dell’insediamento di una nuova Municipale, un funzionario del Cantone si è presentato in Comune con un dossier di questo genere, raccolto con questi metodi illegali.

 

Fa specie ed è estremamente grave vedere come questi funzionari non abbiano coscienza del diritto Costituzionale e del loro obbligo di rispettare la proporzionalità nel confronto con i cittadini che devono servire.

 

In questo ambito il Segretario comunale di Lugano e il suo giurista hanno scritto che la cittadina pedinata è domiciliata a Lugano poiché “gli accertamenti eseguiti” dimostrerebbero che dorme “in maniera ben più importante di quella sporadica (una o due notti per settimana) da lei dichiarata”.

 

La riscoperta di questo criterio da parte del Segretario Comunale di Lugano è tanto più sorprendente se si pensa che il mio amico compianto Municipale Giuliano Bignasca dimorava e dormiva tutte le notti fuori Comune, senza che il suo Segretario Comunale non abbia mai osato dire qualcosa.

 

Lo stesso valse alcuni anni fa per un’autorità Comunale con letto e famiglia a Savosa, e così via.

 

Il rispetto del principio di uguaglianza davanti alla legge implica che i funzionari non siano forti con i deboli e servili con i forti.

 

Sono convinto che il Consiglio di Stato interverrà promuovendo un’inchiesta interna su questi metodi.

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