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L'OSPITELa distruzione dei luoghi "sacri" di Hermann Hesse e il silenzio della Fondazione Hesse di Montagnola

18.04.12 - 12:05
Jean Olaniszyn, fondatore del Museo Hermann Hesse di Montagnola
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
La distruzione dei luoghi "sacri" di Hermann Hesse e il silenzio della Fondazione Hesse di Montagnola
Jean Olaniszyn, fondatore del Museo Hermann Hesse di Montagnola

Con la cementificazione del parco di Casa Rossa, oltre alla distruzione del paesaggio, si ha la sensazione di una profanazione dei luoghi “sacri” di Hermann Hesse, con un totale menefreghismo per quello che rappresenta per milioni di persone la memoria storica dello scrittore amato e venerato da intere generazioni, i cui libri più letti al mondo sono stati scritti nel Canton Ticino, a Montagnola.

Oltretutto lo “scempio” paesaggistico-culturale, per ironia della sorte, avviene proprio nel Cinquantesimo della morte del poeta-pittore, Premio Nobel. E mentre si festeggia euforicamente la ricorrenza, è sintomatico il silenzio sulla vicenda dei membri della Fondazione Hesse che gestisce attualmente l’omonimo Museo di Montagnola.

A onor del vero con l’eccezione della direttrice signora Regina Bucher, la quale ha dichiarato, in una comunicazione ad un socio dell’Archivio Museo Hesse con sede al Centro culturale Il Rivellino di Locarno, che: “la decisione di non pronunciarsi sulla questione è stata presa dal Consiglio di Fondazione per diverse ragioni e per rispetto alla proprietaria del fondo la quale è stata per tanti anni membro della Fondazione Hesse”. Sarebbe interessante sapere quali siano le “diverse ragioni” enunciate dalla signora Bucher; sta di fatto che questa sua dichiarazione fa sembrare che la proprietaria del fondo signora Pavesi ha “acquistato” il consenso del Consiglio della fondazione. Certo che con tali atteggiamenti passivi e giustificazioni alquanto discutibili della direttrice, la loro credibilità culturale non ci guadagna.

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