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L'OSPITESport: sussidiarietà spontanea

11.02.11 - 10:23
Christian Vitta, Candidato PLRT al Consiglio di Stato
Ti-Press Samuel Golay
Sport: sussidiarietà spontanea
Christian Vitta, Candidato PLRT al Consiglio di Stato

Nell’attuale dibattito politico ha corso anche il tema della sussidiarietà più o meno attuata o da attuare da parte dello Stato. Sembrerebbe che il Ticino, in materia di sussidiarietà, sia una landa deserta, dove niente può crescere perché lo Stato – nelle sue varie espressioni - si sarebbe accaparrato ogni compito, soffocando le libere ambizioni della società.

Basta guardarsi intorno in ogni comune ticinese, anche il più periferico, per capire che non è così. Esemplare è quanto avviene per esempio nel campo dello sport per i giovani. In particolare, nell’ambito del gioco del calcio, in quasi ogni comune è attiva più di una squadra di allievi che può cimentarsi in un sano agonismo sui campi periferici. E’ il caso di S. Antonino, comune di cui sono sindaco, come lo è – come detto – per molti comuni ticinesi, a tal fine spesso uniti.

Credo che nessuno si sia mai posto il problema, pur essendo lo Stato partecipe all’educazione dei giovani – e lo sport fa parte dell’educazione – se quest’attività debba essere gestita dallo Stato. In maniera spontanea sono nate e nascono, al fianco delle squadre di attivi che giostrano nei campionati minori, le squadre di allievi, allieve o miste, sin dalla più giovane età, che costituiscono anche un interessante occasione per l’occupazione del tempo libero in modo sano ed educativo. I valori dello sport, che vanno dall’impegno personale al rispetto delle regole e dell’avversario fino - soprattutto nel caso degli sport di squadra – alla promozione dell’aiuto reciproco, sono una componente dell’educazione generale della persona, che può e deve cominciare sin dalla giovane età in ogni contesto.

In assenza dell’Ente pubblico quale attore principale, che però interviene con sostegni finanziari alle infrastrutture e alle società sportive e con la formazione dei monitori, tutto il movimento dello sport giovanile ruota appunto attorno all’impegno spontaneo della società, esercitato dalle persone che costituiscono il comitato, che fungono da allenatori, da accompagnatori e da arbitri, che mantengono in buono stato le infrastrutture.

Per dire, in fin dei conti, che la società sa organizzarsi, in questo dello sport come in altri campi, senza che siano necessari grandi piani strategici. Facendo valere, una volta di più, i principi del liberalismo, attinenti alla libertà di espressione e di associazione.

Foto Ti-Press Samuel Golay

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