Roberto Sanvido
Quello che abbiamo saputo dai media nelle ultime settimane porta a fare molte riflessioni su cosa stia capitando o peggio su cosa potrebbe capitare. Negli anni novanta si è avuta una crisi nell'edilizia che ha messo in difficoltà molti operatori del settore e anche qualche istituzione finanziaria, ma a quei tempi oltre al surriscaldamento della domanda e dell’offerta avevamo un costo del denaro tra il 6 e l’8 per cento... Oggi, con il costo sceso a quasi zero, ci troviamo nella medesima situazione e ciò non è molto spiegabile e vi dico il perché. Negli anni novanta la crisi aveva creato anche una selezione degli operatori rendendoli più prudenti e qualificati, oggi invece ci troviamo di fronte a una miriade di casi in cui nessuno o quasi ha rispettato le regole che gli anni novanta ci hanno insegnato. A ciò vanno aggiunti gli imprenditori dal Permesso Facile che a partire dal 2014 hanno creato buchi per centinaia di milioni di franchi e messo pure in crisi gli operatori locali con il dumping dei prezzi bassi per la realizzazione e i prezzi alti ma non reali nella commercializzazione con il risultato di un non venduto che oggi è come un cancro per il settore e infoltisce gli uffici del Recovery di qualche istituto bancario.
Vedere oggi due o tre operatori delle costruzioni che hanno fatto la storia del nostro cantone dover ricorrere a licenziamenti, che anche se momentanei o periodici, fa pensare a come le follie garibaldine odierne abbiano rimescolato i metodi di programmazione che una volta erano una regola non scritta ma eticamente usata.
Se a ciò aggiungiamo che chi ha causato questo marasma si prende gioco dei veri attori, delle istituzioni civili e penali, io penso che sia la politica che deve intervenire, anche perché di domiciliati nelle baracche dei cantieri ne abbiamo più di uno che poi vive realmente sulla fascia di 10/20 km dal confine se non di più; di questi casi gli Uffici Fallimenti, i Sindacati e le Preture ne hanno diversi da smaltire.
Come detto ora spetta ai politici fare il loro dovere per riordinare un settore economico che è trainante per il cantone. Anche per evitare che le ultime disdette non vadano ad far aumentare (e far gioire) chi non rispetta le regole.