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L'OSPITEPer un Ticino più attrattivo

24.04.18 - 16:00
Daniel Mitric, segretario Giovani Liberali Radicali Locarnese e Valli
Per un Ticino più attrattivo
Daniel Mitric, segretario Giovani Liberali Radicali Locarnese e Valli

 

Il prossimo 29 aprile il popolo ticinese sarà chiamato ad esprimersi in merito alla riforma fiscale. Per capire come mai questa data sia importante per il nostro Cantone è necessario ripercorrere alcune fasi. In molti forse si ricorderanno della votazione federale in merito alla riforma fiscale dell’imposizione delle imprese, bocciata a livello nazionale, ma approvata dal Canton Ticino.

Quel risultato ha dato un forte segnale alla politica ticinese, un riconoscimento del fatto che sia auspicabile rivedere il quadro normativo fiscale ticinese. Veniamo dunque all’oggetto posto in votazione, la riforma fiscale e sociale che permetterebbe principalmente di rendere il Ticino fiscalmente più attrattivo e di dare alla politica familiare un orientamento più moderno.

Come successo con la citata votazione federale, ci troviamo davanti ad una votazione particolarmente tecnica, ma vale comunque la pena dare un’occhiata alle misure di carattere fiscale: l’obbiettivo principale è di ridurre l’onere fiscale a carico della sostanza delle persone fisiche, per fare ciò bisogna ridurre l’aliquota massima dell’imposta sulla sostanza. L’aliquota massima oggi è al 3.5 per mille; con una riduzione graduale (prima al 3 per mille e dal 2020 al 2.5 per mille) il Ticino migliorerebbe la sua competitività ed attrattività fiscale, andando dunque a consolidare il raffronto intercantonale ed allinearsi con la media svizzera: oggi il Canton Ticino si situa al 22esimo rango (una posizione bassa sul rango motivata dal fatto che l’onere massimo attuale è tra i più alti: 6.8 per mille).

Vi sono altri due elementi importanti che reputo fondamentale menzionare. Il primo riguarda la forte stratificazione dell’imposta sulla sostanza in Ticino: difatti l’82% dei contribuenti è esente dall’imposta, mentre l’1% dei contribuenti genera ben il 58% del gettito fiscale relativo all’imposta sulla sostanza. Il secondo riguarda l’introduzione del freno all’imposta sulla sostanza: cosa vuol dire? Ciò significa che il cumulo dell’imposta cantonale e comunale sarà limitato al massimo al 60% del reddito imponibile del contribuente, questo per evitare che un contribuente debba consumare la propria sostanza, evitando così di dover usare il proprio patrimonio per pagare le imposte. Questo obbiettivo fa parte della prima fase voluta dal Consiglio di Stato, che – per allinearsi con ciò che altri Cantoni (ad esempio Ginevra) verosimilmente faranno (oppure hanno già fatto) – vuole migliorare la nostra situazione. In effetti se non procediamo a dare più attrattività fiscale al nostro Cantone aggraviamo il gap che ci separa dagli altri Cantoni.

L’approvazione di questa riforma permetterebbe, in una seconda fase, un adeguamento della legislazione cantonale alle modifiche federali: questo rientrerebbe nel quadro normativo federale (in modo particolare al progetto fiscale PF17) e permetterebbe al Ticino di stare al passo con i tempi, per fare ciò è essenziale fare il primo passo in questa direzione, nell’interesse dell’attrattività della nostra piazza economica-finanziaria e della nostra politica familiare.

Il Ticino non deve perdere l’occasione di guadagnare terreno nella concorrenza intercantonale.

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