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L'OSPITEPrima i nostri? No, prima la campagna elettorale

22.02.18 - 22:18
Vincenzo Lofaro, Membro Comitato UDC Ticino, Coordinatore Lega-Udc Caslano
Prima i nostri? No, prima la campagna elettorale
Vincenzo Lofaro, Membro Comitato UDC Ticino, Coordinatore Lega-Udc Caslano

Il 25 settembre 2016 il popolo approvò, con il 58% di voti, l'iniziativa “Prima i nostri”, lanciata dal Partito UDC con il sostengo della Lega dei Ticinesi.

Dopo tante battaglie e commissioni, grazie al duro lavoro del gruppo parlamentare e al sostegno del Consigliere Nazionale Marco Chiesa, a Berna viene confermato che Prima i Nostri è conforme al diritto Federale, ma con la limitazione per l'attuazione, secondo la quale la decisione verrà affidata al parlamento Ticinese.

Il 21 febbraio 2018 resterà nella storia come uno di quei giorni – l'ennesimo – in cui la volontà popolare è stata calpestata.

La maggioranza del parlamento, salvo  ovviamente il Partito UDC e la Lega dei Ticinesi e qualche parlamentare degli altri partiti, ha deciso di affossare l’applicazione dell’iniziativa nell’ambito del “privato”, cioè proprio là dove la problematica occupazionale è sentita maggiormente. Nell’ambito “pubblico” e “para-pubblico”, invece, è stato accettato il principio della preferenza indigena , la quale si applica quindi al personale dell’EOC, della BancaStato, dell’ATT, dell’OTR, dell’USI e della SUPSI (personale amministrativo e ausiliario), così come all’ACR e alle aziende di trasporto beneficiarie di sussidi. 

L’applicazione dell’iniziativa discrimina una grandissima parte dei lavoratori residenti che offrono la loro forza lavoro in altri ambiti e rappresenta perciò una grave azione contro la volontà del popolo, il quale ripone sempre molte aspettative nei politici della nostra Patria e attendevano dunque un aumento del benessere per tutto il Cantone e un miglioramento della situazione nel mercato del lavoro svizzero.

Parallelamente a ciò, i politici stessi che hanno affossato l’iniziativa “Prima i nostri” sostengono la salvezza della SSR quindi della RSI e allora sorgono spontanee alcune domande: come si può salvare un servizio pubblico e bocciare un’iniziativa che, pur essendo drastica, farebbe diminuire il tasso di disoccupazione dei cittadini residenti e riporterebbe una certa stabilità lavorativa anche nell’ambito del servizio privato?

Ebbene sì, è proprio nel privato che la volontà nel dare la priorità ai lavoratori indigeni sembra venire a mancare più spesso ed è proprio qui che bisognerebbe dunque mettere dei paletti, nel rispetto dei cittadini. Non è accettabile che un politico difenda le proprie posizioni affermando che si impegna a comprendere la volontà popolare ma la responsabilità nei confronti di un diritto superiore prevale sempre, insieme al rispetto per gli accordi sulla libera circolazione.

Se il desiderio di difendere i diritti del cittadino viene offuscato dalla propria visione personale e dalla prospettiva del proprio partito in vista di una votazione elettorale, viene sempre a mancare il primato del senso del dovere nel fare politica. Io, cittadino svizzero, ti voto al fine di difendere la democrazia che contraddistingue la Svizzera e dunque lottare per i miei interessi, per quelli del Cantone e quelli della Nazione: non certamente quelli di coloro che devono far profitto. 

Sono sempre ottimista anche se, in futuro, qualora i politici non dovessero attivarsi per cercare di arginare un fenomeno che ormai è incontrollato, il Ticino dovrà confrontarsi ancora per molti decenni a questo “buio occupazionale”.

Se il problema sono gli accordi bilaterali allora è giunto il momento di modificarli e di attuare l'iniziativa contro l'immigrazione, così da evitare che il parlamento li utilizzi come giustificazione per legittimare la sua decisione di ignorare la volontà del popolo, la quale, in fondo, ha a cuore semplicemente la salvaguardia dei posti di lavoro nella sua Nazione.

Lavoriamo tutti per il bene pubblico, per quello del Cantone e dei cittadini, così come per le future generazioni. Se abbiamo sbagliato in passato, ciò non toglie che possiamo migliorare in futuro, imparando dai nostri errori.

 

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