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OSPITEUn NO chiaro alla No Billag

22.01.18 - 10:20
Diego Scacchi e Graziano Pestoni, Associazione per la difesa del servizio pubblico
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Un NO chiaro alla No Billag
Diego Scacchi e Graziano Pestoni, Associazione per la difesa del servizio pubblico

E’ un momento difficile per il servizio pubblico d’informazione. L’iniziativa No Billag sta infatti raccogliendo consensi costruiti sulle tante menzogne in circolazione: in particolare sul fatto che si sta votando solo sulla legittimità del canone o sull’assurda conclusione secondo cui, in qualsiasi caso, la RSI potrà comunque continuare ad esistere.

In realtà entrambe queste affermazioni sono false poiché il testo dell’iniziativa è chiarissimo:

La Costituzione federale è modificata come segue:
Art. 93 cpv. 2–6

    • Ex cpv. 3
    • La Confederazione mette periodicamente all'asta concessioni per la radio e la televisione.
    • La Confederazione non sovvenziona alcuna emittente radiofonica o televisiva. Può remunerare la diffusione di comunicazioni ufficiali urgenti.
    • La Confederazione o terzi da essa incaricati non possono riscuotere canoni.
    • In tempo di pace la Confederazione non gestisce emittenti radiofoniche e televisive proprie.

È dunque certo ed incontestabile che con l’accettazione della No Billag, la RSI e la SRG SSR dovranno chiudere i battenti e che in quel caso si dovrà solo decidere come liquidare queste aziende senza doverle far fallire.

Le conseguenze per l’economia e l’occupazione in Ticino sarebbero disastrose. Basti pensare che alla sola RSI lavorano circa 1'200 persone e che essa è di fatto una delle maggiori aziende con sede nella Svizzera italiana che genera un indotto economico notevole e altri 500 posti di lavoro. Oltre 1’500 persone potrebbero ritrovarsi da un giorno all’altro senza lavoro. Persone con una buona preparazione professionale che si dovranno mettere sul mercato e che pertanto o saranno posti a carico dell’assicurazione sulla disoccupazione o porteranno via il lavoro ad altri. La RSI è anche un potentissimo strumento di trasferimento di risorse dal Nord delle Alpi alla nostra regione. Dei 1,2 miliardi di franchi raccolti con il canone (soprattutto nel resto del Paese!), la RSI oggi riceve una quota del 20%, cioè 242 milioni di franchi di cui 135 milioni corrisposti in salari e oneri sociali. Le rimanenti risorse sono, per un verso, utilizzate per la realizzazione di infrastrutture e per acquisti quasi esclusivamente per il tramite di aziende private presenti sul nostro territorio o, per un altro verso, corrisposte a sostegno delle emittenti private regionali della Svizzera italiana.

Nemmeno va sottaciuto il ruolo essenziale della SRG SSR e della RSI nella Svizzera italiana a favore della cultura della minoranza linguistica italofona. Dall’introduzione del “Pacte de l’audiovisuel”, siglato nel 1997, la SSR ha investito più di 400 milioni in produzioni locali e coprodotto oltre 2’500 film per il cinema e la televisione, documentari, cortometraggi e cartoni animati. Né sarebbe corretto ignorare il sostegno dato da SSR in altri ambiti, come per la musica (mediante la sovvenzione, ad esempio, delle maggiori orchestre, tra cui figura anche l’Orchestra della Svizzera italiana e alle tante manifestazioni musicali rivolte ai giovani), la danza, la letteratura, ecc. Va dunque ribadito che la RSI rappresenta un’occasione unica per far conoscere le peculiarità della cultura svizzera di lingua italiana al resto del Paese!

Certo, non tutto della RSI piace! Alcune scelte, alcuni programmi, alcuni indirizzi, alcuni modi di proporsi, nonché alcune decisioni prese in passato nella gestione dell’azienda suscitano e hanno suscitato molti dubbi e a tratti cocenti critiche.

Ma questo non basta per non andare a votare o per pensare di sostenere la No Billag! La sopravvivenza della RSI e della SRG SSR è un atto dovuto nell’interesse generale e a salvaguardia di un servizio pubblico che ha sempre giocato un ruolo determinante per la coesione nazionale e la pacifica convivenza delle diverse culture e mentalità della nostra Svizzera. L’Associazione per la difesa del servizio pubblico chiede dunque di sostenere attivamente e con convinzione le nostre radio e TV, crociando e convincendo a crociare i vostri parenti e amici la casella del No all’iniziativa “No Billag”!

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