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L'OSPITEServizi di sicurezza e di pulizia da gestire meglio

21.03.17 - 21:00
di Raoul Ghisletta, granconsigliere e segretario VPOD Ticino
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Servizi di sicurezza e di pulizia da gestire meglio
di Raoul Ghisletta, granconsigliere e segretario VPOD Ticino

La discussione generale sul mandato cantonale (risultato formalmente non corretto) alla ditta di sicurezza Argo 1 (al centro di indagini per reati legati al terrorismo fondamentalista e reati legati riguardanti l’impiego dei lavoratori) ha rilanciato la necessità di mettere un termine alle esternalizzazioni di servizi da parte dello Stato e di avere maggiore attenzione verso le categorie di lavoratori più deboli.
Il Sindacato VPOD aveva già combattuto nel 2013, con un referendum vincente, l’esternalizzazione di parte della sicurezza del Penitenziario cantonale: ancora oggi molti sono felici per questa decisione, che probabilmente ha evitato guai seri al Cantone. “Gli agenti privati –scrivevamo- sono spesso servi di due padroni: da un lato le loro ditte che ricercano il profitto e dall'altro la legge e lo Stato che li incarica di svolgere compiti delicatissimi. Questa ambivalenza crea sovente situazioni di disagio, di incomprensioni e di effetti perversi che sono ben lontani dagli obiettivi di risparmio e di efficienza promossi dai fautori delle privatizzazioni.“ Il caso Argo 1 ne è l’esempio lampante.
Per questo motivo, con i granconsiglieri Bang, Beretta Piccoli, Delcò Petralli, Fonio, Jelmini, Lepori, Mattei, Merlo, Pugno Ghirlanda e Storni, in una recente mozione chiediamo al Consiglio di Stato di internalizzare i servizi di sicurezza e di pulizia presso gli uffici e le strutture cantonali per:
combattere i rischi di infiltrazione, furti e fughe di informazioni che possono avvenire nel caso di ditte esterne operative presso gli uffici e le strutture dello Stato, ditte che impiegano sovente personale fluttuante e poco controllabile;
garantire condizioni di lavoro socialmente decenti: salari adeguati, contenimento dei contratti su chiamata, copertura adeguata delle assicurazioni sociali, attuazione del principio costituzionale della parità dei sessi. Si tratta di fare in modo che questi impieghi siano attrattivi per il personale residente in Ticino e contribuiscano a consolidare i redditi dei ceti medio bassi di questo Cantone.
Con i medesimi parlamentari abbiamo poi chiesto al Governo, tramite una seconda mozione, di non dimenticarsi delle condizioni di lavoro del migliaio di ausiliari cantonali, tra cui molte donne.

Pensiamo infatti sia necessaria una revisione del Regolamento sul personale ausiliario:

• che riprenda i parametri basilari della nuova scala stipendi cantonale;

• che riprenda le protezioni a favore di collaboratrici e collaboratori già previste per i dipendenti assoggettati alla LORD;

• che, in caso di disdetta del rapporto di lavoro da parte dello Stato, preveda la possibilità di attivare una procedura di conciliazione, come avviene per tutti i lavoratori sottoposti al diritto privato e per i lavoratori sottoposti alla LORD;

• che regoli la problematica dei contratti a catena e dei termini di preavviso da ottemperare nel caso di non rinnovo, come pure di modifiche del grado d'occupazione e di altre condizioni contrattuali (modifiche che vanno preavvisate per tempo in modo da rispettare i diritti del dipendente).

 

 

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