OCST-Docenti
L’OCST-Docenti, riunita in assemblea il 6 marzo, ha discusso della seconda versione del progetto di riforma “La scuola che verrà” e della risposta del comitato alla consultazione.
L’assemblea conferma il suo apprezzamento per l’intento di migliorare la qualità della scuola ticinese e mantiene la sua disponibilità a collaborare in tal senso. Tuttavia ritiene che sarebbe stato più efficace partire da un bilancio dell’attuale sistema nel quale si potessero definire i punti di forza, dai quali partire, e i punti di debolezza, sui quali lavorare.
Spesso alle obiezioni sollevate dai docenti è stato replicato che solo la sperimentazione potrà dare una risposta esaustiva ai quesiti. Non si ritiene tuttavia accettabile l’investimento di tempo e di denaro per applicare nella pratica sui nostri figli e sui nostri allievi ciò che già in sede teorica fatica a reggere ad una rigorosa e seria valutazione.
In definitiva il disegno di riforma si presenta molto dispendioso in termini di investimento di energie, di tempo e di denaro. Il ruolo del docente ne esce indebolito e notevolmente peggiorato da un sovraccarico di lavoro e di vincoli. Il notevole numero di ore di lezione perse (20-30%) oltre che ridurre il tempo a disposizione, indebolisce la continuità didattica, la sicurezza, la stabilità e la coesione della classe intesa come autentica e originale “comunità di apprendimento” da tutelare e da sostenere.
È indispensabile promuovere la professionalità dell’insegnante definendo con chiarezza il suo ruolo all’interno di un mandato coerente con la sua formazione e con le sue condizioni di lavoro, evitando di svilirne e di intaccarne la credibilità e l’autorevolezza con compiti indefiniti o lontani dalle sue competenze e dalle sue effettive possibilità.
È importante che in questo progetto, come è accaduto per la riforma degli anni ’60-’70, i docenti siano maggiormente coinvolti: da ciò dipende il loro sostegno convinto. Non bisogna avere il timore di investire qualche anno supplementare per approfondire le questioni più complesse o controverse. Gli insegnanti devono godere non solo della facoltà di effettuare delle scelte didattiche nelle aule, ma anche di un coinvolgimento attivo, esteso e continuativo nei disegni di riforma sin dalla fase decisionale e progettuale, come reale condizione per costruire assieme la scuola del futuro.
Considerata l’importanza della questione, chiediamo dunque maggiore cautela e realismo nel modo seguente: