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L'OSPITEPerché tagliare ancora nel settore sociosanitario?

30.01.17 - 14:41
Francesca Remy Lauria, infermiera e vicepresidente VPOD Ticino
Perché tagliare ancora nel settore sociosanitario?
Francesca Remy Lauria, infermiera e vicepresidente VPOD Ticino

Sono un’infermiera attiva da anni presso un Servizio d’assistenza e cura a domicilio e mi permetto di invitarvi a votare contro il peggioramento dei Servizi di assistenza e cura a domicilio per non intaccare la qualità dei servizi a domicilio per gli anziani, gli invalidi e le famiglie. Non vi è dubbio inoltre che la riduzione delle spese dei Servizi di assistenza e cura a domicilio, che permettono a molte persone bisognose di restare a casa propria invece che in casa per anziani o in istituto, inevitabilmente si ripercuoterà sugli utenti e sul personale di cura. La qualità delle cure e le condizioni di lavoro saranno pertanto ancora maggiormente oggetto di pressioni al ribasso, dopo tutti i tagli che già vi sono stati in passato.

Conosco i problemi degli utenti e le loro situazioni: per questo credo sia sbagliato anche l’eventuale introduzione nel 2019 di una tassa giornaliera a carico degli utenti, che penalizzerebbe finanziariamente molti di loro. Una tassa a carico degli utenti sarà anche finanziariamente controproducente, qualora le persone con difficoltà economiche rinunceranno ai servizi di assistenza e cura a domicilio, optando per un ricovero in ospedale o in casa anziani. Per questo il Comitato SOS sanità socialità scuola, di cui faccio parte, ha lanciato il referendum contro la modifica dell’articolo 30 capoverso 1 e 3 della Legge sull’assistenza e cura a domicilio, che riduce le spese dei servizi di ben 2,5 milioni di franchi annui e che, in alternativa, chiama alla cassa le persone che usufruiscono di tali servizi a partire dal 2019.

Purtroppo la maggioranza del Parlamento e del Governo sono disposti a versare stipendi oltre i 200'000 Fr. annui e a tagliare le spese nel settore sociosanitario: è veramente il mondo alla rovescia! Chiedo pertanto al popolo ticinese di raddrizzare le cose e di votare tre volte no ai tagli cantonali (che toccano sanità, giustizia e settore sociale) il prossimo 12 febbraio. E invito anche a votare no alla riforma fiscale 3 delle imprese nella votazione federale, perché essa farà mancare centinaia e centinaia di milioni ai servizi sociosanitari del Ticino e della Svizzera intera: è chiaro che a pagare i regali fiscali decisi a Berna sarebbero ancora gli utenti e le infermiere!

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