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OSPITETante vite, una città

26.01.17 - 18:00
Alice Croce-Mattei, candidata al Municipio e al Consiglio comunale di Bellinzona
Tante vite, una città
Alice Croce-Mattei, candidata al Municipio e al Consiglio comunale di Bellinzona

Tra pochi mesi Bellinzona sarà costituita da 13 storie, 13 identità, che confluiranno in un’unica e nuova città: nuova nella sua struttura ma con il compito di salvaguardare e valorizzare quelle realtà, quelle storie importanti. Renderlo possibile costituisce la sfida che dobbiamo affrontare. Tutti se lo aspettano e lo desiderano: sia chi ha sostenuto il progetto aggregativo, sia quelli che invece hanno preferito esprimersi negativamente. Io ho deciso di candidarmi al Municipio e al Consiglio Comunale perché credo fermamente in una Città che non dimentica nessuna delle sue componenti e desidero essere in prima linea per lavorare a questo progetto.

La nuova Bellinzona comincia adesso e questa campagna elettorale è già tempo di idee, di visioni e di proposte concrete. Il 2 aprile non andiamo alle urne solo per esprimere delle preferenze su chi vogliamo che ci rappresenti: ci esprimiamo sulla Città che nasce.

Io di idee ne ho tante. In questi anni di attività politica ho sempre cercato di essere portavoce delle domande e delle esigenze concrete che nella quotidianità emergevano dalle persone che incontravo. Nel limite dei poteri e dei mezzi di un membro del legislativo ho provato a rispondere concretamente a queste domande con iniziative, proposte, interventi.

Tutti viviamo in un quartiere, un agglomerato o una frazione di quella che sarà la nuova Bellinzona e tutti desideriamo la stessa qualità di vita, gli stessi servizi, la stessa prossimità. Oggi alcuni ritengono che già non manchi nulla e si chiedono se sarà ancora così in futuro. Altri invece sperano in un miglioramento effettivo. È possibile rispondere a queste preoccupazioni positivamente, ne sono convinta, ma solo partendo da una visione chiara del ruolo che ha il Comune (inteso come Autorità politica e amministrativa). Esso infatti non deve avere la preoccupazione di controllare e gestire tutto dall’alto, deve piuttosto creare le basi per permettere di operare a chi ha spirito d’ iniziativa e voglia di fare. Concretamente questo significa offrire degli interlocutori (sportelli e uffici), destinare fondi (sovvenzioni, sponsorizzazioni, infrastrutture) e creare una rete, un’organizzazione, che permetta alle varie realtà presenti sul territorio di continuare a essere vive e dinamiche e di collaborare tra di loro. Se non si parte con questa visione, io vedo il pericolo che la nuova città diventi un’enorme macchina amministrativa. Con un doppio rischio: di non riuscire a fare tutto (le risorse sono limitate) e di creare un sistema troppo burocratico. È fondamentale conservare e valorizzare le iniziative e le realtà già presenti nelle diverse realtà bellinzonesi: la nuova Bellinzona dovrà ottimizzare la grande ricchezza delle 13 identità che stanno per confluire in una nuova unità, che desidero dinamica e forte: ed è questo l’obiettivo per cui m’impegno davanti agli elettori e alle elettrici.

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