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L'OSPITEAssemblea di quartiere: ci credo e firmo!

26.01.17 - 09:30
Ivan Ambrosini, municipale di Giubiasco e candidato PPD al Municipio della Nuova Bellinzona
TiPress
Assemblea di quartiere: ci credo e firmo!
Ivan Ambrosini, municipale di Giubiasco e candidato PPD al Municipio della Nuova Bellinzona

Ecco la proposta formulata dalla sezione PPD Nuova Bellinzona: le commissioni di quartiere vengano nominate dalle rispettive cittadinanze riunite in assemblee e non dal Municipio. Questa richiesta è stata rafforzata dal lancio di una petizione (moduli scaricabili da www.ppd-bellinzona.ch) ed è la prima azione concreta per sottolineare l’importanza che rivestono tutti i 13 Quartieri e la propria popolazione. Da più parti è stato riconosciuto che questa aggregazione ha trovato il suo successo nella forza propulsiva che è partita dal basso, vale a dire dai Comuni più piccoli che hanno voluto aggregare il Centro e hanno trovato un Centro ben disposto a cavalcare questa spinta.

Per mantenere questo slancio i Quartieri non dovranno essere abbandonati a loro stessi e la buona riuscita del processo aggregativo dipenderà molto da come la nuova Città riuscirà a mantenere attiva la vita sociale negli stessi. La sola presenza di uno sportello di quartiere, certo di fondamentale importanza, non è sufficiente a perseguire questo intento. Sono convinto che si debba puntare molto sulle associazioni e sugli enti già presenti sul territorio, in quanto essi giocano da sempre un ruolo fondamentale nel contesto di ogni comune in termini di integrazione sociale e di qualità di vita.

L’idea che la composizione della commissione di quartiere non debba essere semplicemente definita in base all’attribuzione dei seggi in Municipio va proprio in questa direzione. La popolazione dei Quartieri potrà proporre e scegliere persone residenti nel quartiere stesso, le quali lo conoscono in quanto ivi impegnate professionalmente o in attività associative e culturali o in patriziati e parrocchie.

Dotarsi di un ulteriore organo comunale quale l’assemblea di quartiere, non andrebbe ad appesantire l’apparato del nuovo Comune. Semplicemente verrebbe creato un luogo d’incontro nel quale si potranno scegliere i propri rappresentanti, con il vantaggio di mantenere vivo il collegamento tra la cittadinanza e le sue istituzioni politiche. Così anche il passaggio da una realtà locale più ridotta ad una nuova Città nettamente più grande sarebbe più morbido. Per costruire questa nuova Città ci sarà bisogno di

Quartieri forti e convinti nel voler promuovere le proprie caratteristiche e peculiarità per il bene comune. Pensiamo all’assemblea di quartiere, quale strumento per portare la «tua identità nella Nuova Città».

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