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L'OSPITEBisogna ripensare il servizio pubblico, non smantellarlo

16.12.16 - 18:18
Il Gruppo PLR in Gran Consiglio
Foto d'archivio (Tipress)
Bisogna ripensare il servizio pubblico, non smantellarlo
Il Gruppo PLR in Gran Consiglio

Il punto di partenza fondamentale è che la Posta è un servizio pubblico, e l’aggettivo pubblico in questo caso significa “garantito a tutta la popolazione”, o meglio ancora, “destinato a servire la società intera”. Non dimentichiamo che questo servizio fu creato proprio dall’ideologia liberale, con la motivazione di voler promuovere la crescita e il progresso di tutti i cittadini.

Ora, invece, è opinione diffusa che le strutture statali debbano essere necessariamente alleggerite e che si debba cercare un nuovo equilibrio tra Stato e mercato. Bisogna fare attenzione, tuttavia, affinché questa evoluzione non abbia come conseguenza una perdita di fiducia da parte della popolazione. Infatti, come a livello internazionale emerge sempre più spesso il cosiddetto voto di protesta (basti pensare alla Brexit e all’elezione di Trump a presidente USA), anche in un paese tradizionalmente stabile dal punto di vista politico come la Svizzera, i segnali di sfiducia nei confronti delle istituzioni sono sempre più diffusi.

Quando i cittadini realizzano che i costi della salute sono sempre più alti, quando il lavoro diventa precario, quando il trasporto pubblico diventa sempre più caro, quando le corse degli autopostali vengono tagliate e le Poste non garantiscono più il servizio pubblico di una volta, allora anche se il livello dell’economia tiene, e viviamo in uno dei paesi più ricchi del mondo, ecco che i sentimenti di fiducia collettiva e di solidarietà iniziano a vacillare. La popolazione diventa scontenta, impaurita e insicura di fronte ad un mondo sempre più ostile e privo di certezze. Iniziano dunque le contestazioni e c’è il rischio concreto che la politica non riesca ad incanalare questa rabbia nella direzione delle riforme giuste che è necessario effettuare.

E’ opportuno sottolineare, infatti, che con quanto detto sopra non si intende affatto che il servizio pubblico debba rimanere immutato. Di certo, sviluppi quali ad esempio la digitalizzazione portano significativi cambiamenti nel modo in cui si fruisce di certi servizi e senza dubbio anche la Posta dovrebbe tenerne conto. L’importante, tuttavia, è che, nel processo di rinnovamento del servizio pubblico, rimanga come punto fermo il fatto che tale servizio garantisca l’inclusione sociale (di persone e di territorio), quale necessaria precondizione per il progresso sia sociale sia tecnologico dell’intera società. Questo è dunque il nucleo del messaggio inviato dal gruppo parlamentare PLR alle autorità federali. L’auspicio è che la Posta non sacrifichi ad una logica puramente contabile una visione più ampia, nella quale, pur mantenendo una gestione rigorosa e trasparente, l’azienda può costruire consenso e attaccamento popolare, divenendo in questo modo un punto di riferimento irrinunciabile per il benessere individuale e collettivo.

Il Gruppo PLR in Gran Consiglio

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