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OSPITEPrima i nostri: solo fumo o anche arrosto?

14.09.16 - 08:00
Elio Del Biaggio, già Candidato al Gran Consiglio per il PLR e membro del Comitato interpartitito di sostegno dell’iniziativa “Prima i nostri”
Prima i nostri: solo fumo o anche arrosto?
Elio Del Biaggio, già Candidato al Gran Consiglio per il PLR e membro del Comitato interpartitito di sostegno dell’iniziativa “Prima i nostri”

Preferenza indigena e complementarietà tra lavoratori svizzeri e stranieri: sono i due elementi chiave dell’iniziativa “Prima i nostri”, sulla quale il popolo ticinese si esprimerà il prossimo 25 settembre. Obiettivo dichiarato: frenare l’afflusso di frontalieri e lottare contro il dumping salariale.

“Prima i nostri” è un’iniziativa popolare lanciata e proposta dall’UDC, nata a seguito del dibattito politico scaturito attorno agli effetti della libera circolazione nel mercato del lavoro. Il suo scopo è quello di fissare nella Costituzione ticinese i principi legati all’iniziativa sulla libera circolazione, approvata in votazione federale il 9 febbraio del 2014. Il prossimo 25 settembre sarà quindi una data importante e da ricordare per il Ticino, quando gli elettori saranno chiamati a pronunciarsi non solo su questo testo, ma anche sul Controprogetto elaborato e promosso dal Gran Consiglio.

Parliamoci chiaro, guardiamoci in faccia e, soprattutto, osserviamo ciò che ci circonda in maniera obiettiva: la causa principale del deterioramento del mercato del lavoro in Ticino è dato dagli accordi bilaterali che i Partiti storici hanno tanto voluto e difeso, ma che ora evidenzia conseguenze disastrose ai danni dei lavoratori, delle imprese e degli artigiani ticinesi. Siamo finiti in un pericoloso vortice, con il libero mercato che ha portato una situazione precaria nel nostro mondo del lavoro: dumping salariale, preferenza straniera, contratti in nero, datori di lavoro poco onesti, imprenditori scaltri, svalutazione del valore del lavoro, alto tasso di disoccupazione,… In questi anni è mancata la volontà politica per risolvere questo problema, che si accentua sempre più, a danno dei lavoratori ticinesi, giovani e meno giovani. La popolazione si attende ora un segnale chiaro e forte dalla politica, affinché il nostro mercato del lavoro possa tornare sano ed attrattivo come lo era un tempo: la soluzione per porre un freno a tutto questo oggi c’è ed è rappresentata dall’iniziativa “Prima i nostri”.

“Prima i nostri” agisce infatti sulla Costituzione cantonale per garantire che il voto espresso il 9 febbraio 2014 dai cittadini ticinesi venga rispettato e trovi corretta applicazione. Per garantire protezione ai lavoratori ticinesi è determinante che nella nostra Costituzione cantonale siano definiti ed ancorati i principi contenuti nell’’iniziativa “Prima i nostri”. Un’iniziativa che non deve essere vista e vissuta come uno scontro politico, poiché quando in gioco c’è il futuro di un Paese, si rendono più che mai necessarie condivisione, coesione e intesa, affinché sia possibile proteggere i lavoratori dal dumping in atto a causa del continuo aumento del frontalierato in campi dove la manodopera indigena non trova più lavoro.

Attraverso la sua approvazione e la sua adozione, “Prima i nostri” consentirebbe e assicurerebbe una serie di benefici. Pensiamo solo alle possibilità di maggior impiego per i ticinesi, all’incremento delle entrate fiscali che ne deriverebbe, alla riduzione dei costi della nostra socialità, senza scordare la valorizzazione di quelle imprese e quegli artigiani che lavorano in modo onesto e socialmente responsabile. Vi pare poco?

Pur avendo dichiarato ricevibile l’iniziativa, il Parlamento cantonale la qualifica come una proposta di scarsa portata pratica, visti i margini delle competenze cantonali e i limiti imposti dal diritto nazionale e da quello internazionale. Il Gran Consiglio cantonale, nel giugno scorso, ha così deciso di elaborare un controprogetto, che assomiglia più ad una ripicca politica anziché costituire una soluzione vera e propria. Non lasciamoci illudere, poiché contiene una serie di proclami vuoti, senza garantire nessun vincolo concreto a carico delle autorità cantonali e lasciando di fatto la situazione così com’è, in balia degli eventi.

E’ questo che vogliamo?

Pensiamo al Ticino non in termini partitici - e una volta tanto pensiamo a noi stessi e al nostro futuro - distiguendo la bontà della proposta originale dell’iniziativa “Prima i nostri” dal fumo mascherato da arrosto racchiuso nel controprogetto.

L’iniziativa non sarà certamente la bacchetta magica che dall’oggi al domani cambierà miracolosamente una situazione divenuta ormai drammatica. Troppo facile, però, nascondersi dietro al solito alibi del “non si può fare”, che contraddistingue ormai l’agire del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio, a causa della loro incapacità e della loro mancanza di volontà di prendere decisioni che richiedono solo un po’ di coraggio e di coerenza. Ed è proprio qui che interviene l’iniziativa “Prima i nostri”. Starà solo al Governo ed al Parlamento vedere in che misura applicare gli articoli costituzionali creati o modificati dall’iniziativa. In questo modo, diventa solo una pura questione di impegno politico adempiere alla volontà del popolo attraverso una legge di applicazione adeguata.

Per aiutare i ticinesi, per garantire un futuro ai nostri giovani, per ridare dignità a coloro che oggi lavorano in condizioni salariali precarie, il prossimo 25 settembre non rimane che dire un forte e chiaro SI all’iniziativa “Prima i nostri” ed esprimere una NO deciso al controprogetto, senza ombra di dubbio, anche perché l’originale è sempre preferibile ad una copia taroccata… Insomma, fra l’arrosto dell’iniziativa e il fumo del controprogetto, la scelta è per il Ticino del futuro e per il futuro del Ticino: ora o mai più!

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