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L'OSPITEPiazza del Ponte: un appello al CC di Mendrisio

17.03.16 - 14:32
Giampaolo Baragiola, Mendrisio
Piazza del Ponte: un appello al CC di Mendrisio
Giampaolo Baragiola, Mendrisio

Lunedì 21 marzo il Consiglio comunale di Mendrisio è chiamato a esprimersi sul messaggio municipale 75/2015 «Adozione della variante di Piano regolatore della Città di Mendrisio /Sezione Mendrisio - Comparto speciale “e” - Piazza del Ponte». Va anzitutto chiarito che il documento non concerne lo stanziamento del credito per la demolizione dello stabile ex Jelmoli, oggetto di uno specifico messaggio e la cui operazione raccoglie unanimi consensi, ma è una variante pianificatoria di un comparto importante del nucleo del borgo. Per essere chiari, l’ex Jelmoli sarà atterrato, mentre il MM 75 definisce il futuro dell’area. Ed è proprio su questo punto che occorre qualche precisazione.

Il PR vigente e l’attuale variante pendente presso il CC risentono ancora di - fortunatamente oggi viepiù superate - concezioni pianificatorie della metà del Novecento e non tengono conto alcuno di principi e direttive contemplate in specifiche carte internazionali e testi di portata nazionale, l’ISOS in primis, che andrebbero valutati con approfondimenti specialistici.
Osservando il Piano delle zone allegato al MM 75, si nota con sconcerto che una zona insediativa semi intensiva si incunea a mo’ di freccia acuminata nel cuore del borgo, cioè nell’attuale Piazza del Ponte. Il nucleo stesso, protetto a livello cantonale, è insidiato da un’area a forte sviluppo commerciale e residenziale, con buona pace delle cosiddette zone di rispetto. Non solo, sul mappale 767 (ex Jelmoli) è concessa una possibilità edificatoria R7, corrispondente a un’altezza massima fuori terreno di 26 metri. In altre parole, una volta demolito l’ex Jelmoli, sulla nuova piazza, realizzata (tra l’altro in un primo tempo in modo provvisorio!) dando anche seguito alla richiesta di oltre 3'000 cittadini con una petizione, penderà come spada di Damocle la possibilità di ridemolire tutto per costruirvi un edificio invasivo come proposto a suo tempo dal progetto Sergison.

Da notare che nemmeno la casa di Luigi Lavizzari, sull’angolo fra Corso Bello e via Lavizzari, non è inserita nel comparto del nucleo, ma fa parte della così definita zona mista come gran parte di via Lavizzari.

Lunedì il CC è posto di fronte a una scelta importante e dalle pesanti conseguenze. Approvare il MM 75 significherebbe aprire una ferita ad alto rischio infettivo in uno dei nuclei più caratteristici del Ticino, infischiandosi di una numerosa serie di carte e testi normativi oggi imprescindibili in una moderna e coscienziosa politica di pianificazione urbanistico-territoriale.

Rigettare il MM, invece, oltre a essere un atto di grande civiltà, consentirebbe ai nuovi Municipio e CC di riesaminare la questione in un’ottica di maggior rispetto della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale del Paese e di cercare di rimediare, almeno in parte, agli errori del passato. Importante segnalare che il rigetto del MM 75 non inficia per nulla la decisione di demolire l’ex Jelmoli e la successiva creazione di una nuova piazza. Si tratta di due oggetti e iter procedurali diversi e ben distinti.

Alla vigilia di questa decisione, è importante anche la voce della società civile, che sia auspica intervenga nel dibattito e nelle scelte che le competono con gli strumenti istituzionali che le sono concessi.

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