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L'OSPITEARP 6 Agno, situazione disastrosa, i curatori vengono pagati in ritardo e fatti fessi

23.02.16 - 21:30
Orlando de Maria, Fronte degli indignati
Ti PRess
ARP 6 Agno, situazione disastrosa, i curatori vengono pagati in ritardo e fatti fessi
Orlando de Maria, Fronte degli indignati

Pensando all’ARP 6 di Agno non posso fare a meno di pensare al compianto Domenico Modugno, probabilmente vi starete chiedendo cosa centra Modugno con l’ARP 6.

Pensando a Modugno mi viene in mente una sua canzone “Il vecchietto” il cui testo diceva: Il vecchietto dove lo metto Dove lo metto non si sa.

Orbene vi starete ancora chiedendo quale sia il nesso, ve lo spiego subito.

L’ARP 6, rispettivamente il comune di residenza Agno, hanno assunto quale revisore un arzillo vecchietto di 79 anni, si dico SETTANTANOVE, per di più è un ex segretario comunale in pensione.

Con il mercato del lavoro attuale è legittimo chiedersi se non vi fosse qualche giovane disoccupato e volonteroso che potesse prendere questo posto.

A prescindere dal fatto che il revisore non sia più un giovin virgulto è scandaloso come questi esegua il suo lavoro, è inammissibile che dei rendiconti vengano approvati dopo cinque o più anni, quando secondo il “Regolamento della legge sull’organizzazione e la procedura in materia di protezione del minore e dell’adulto (ROPMA) 1) (del 29 novembre 2000) Art 24 capoverso 3 devono essere approvati entro il 30 giugno dell’anno successivo incorrendo regolarmente in un formale diniego di giustizia.

Questi enormi ed intollerabili ritardi per i curatori comportano che la mercede non è approvata e di conseguenza non vengono pagati.

Già di per se la paga oraria di un curatore è paragonabile a quella di una donna delle pulizie, 40 franchi all’ora, e in più deve attendere diversi anni prima che venga remunerato.

Purtroppo il modus operandi della disastrata ARP 6 di Agno è pure truffaldino, non solo si limitano ad operare in perenne stato di denegata giustizia ma addirittura decurtano le mercedi inoltrate anche quando il curatore, conformemente all’Art. 17 cpv. 3 del ROPMA annuncia, nel corso dell’anno di gestione, un superamento di ore per il caso in questione.

Dico truffaldino poiché all’annuncio del curatore di regola non rispondono, poi dopo diversi anni, quando finalmente il vecchietto si decide a chinarsi sul caso in questione provvedono al decurtamento. Altro sistema è quello di rispondere a qualche mese dopo la fine dell’anno a mercede già consegnata, concedendo un numero minore di ore di quelle fatturate.

Naturalmente le decurtazioni se ne guardano bene dal motivarle.

Se poi il curatore, che già attende da anni il pagamento della sua mercede, inoltra ricorso alla Camera di Protezione, allora si inventano le motivazioni più assurde.

Ma purtroppo l’odissea dell’incasso delle mercedi non finisce qui, poiché presso questa regione disastrata oltre che all’ARP dormiente vi sono pure i comuni malpaga (equazione Malcantone=malpaga) poiché quando la mercede è a carico dell’ente pubblico questo malgrado il termine di trenta giorni concessogli per versare la mercede, già approvata in enorme ritardo dal dormiente dell’ARP, lascia ancora passare qualche mesetto prima di versare.

Pure inaudito che quando invece la mercede è a carico del curatelato, contrariamente a quanto succede in altre regioni, dove il comune anticipa la mercede e poi provvede egli stesso al recupero, in questa disastrata regione è il curatore a doversela versare attingendo direttamente dai conti del curatelato.

In caso di decesso del curatelato è poi il curatore che deve farsi versare il dovuto direttamente dagli eredi, e se questi non pagano deve procedere all’incasso per via esecutiva sobbarcandosi spese ecc.. senza alcun sostegno dalla disastrata ARP 6.

Concludendo, i comuni si lamentano che non si trovano curatori privati, ditemi voi chi è disposto a lavorare con simili condizioni remunerative, senza poi contare gli altri malandazzi quali la mancanza di sostegno, le risposte non date alle lettere o date con forti ritardi, insomma i curatori sono lasciati a sé stessi.

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